gian marco centinaio

Cosa c’è dietro lo stop irlandese agli health warning

È di ieri la notizia del dietro-front del Governo irlandese, che ha deciso di posticipare al 2028 l’applicazione della norma sull’etichettatura sanitaria sulle bottiglie di vino, birra e superalcolici – i cosiddetti health warning – che originariamente doveva entrare in vigore a maggio del 2026. Per fare chiarezza su questa decisione improvvisa, oscarwine ha chiesto l’opinione dell’ex ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato e senatore della Lega, che ha firmato questo articolo per noi.

Il Governo irlandese ha deciso di rinviare l’entrata in vigore delle etichette allarmistiche sugli alcolici al 2028. E, curiosamente, non lo ha fatto perché si è ricreduto sulla loro efficacia nell’informare i consumatori o perché ha valutato gli effetti ben diversi che può avere sulla salute un bicchiere di vino o birra rispetto all’assunzione di superalcolici. No, lo ha fatto per evitare di penalizzare ulteriormente la vendita del whiskey prodotto sull’isola, vista la minaccia dei dazi americani, che già incombe sulla sua esportazione.

gian marco centinaio

GIAN MARCO CENTINAIO

Già questo basterebbe a svelare le reali intenzioni che stanno dietro all’introduzione degli health warning. La salute c’entra fino a un certo punto, tanto che può essere messa da parte quando è necessario. C’è piuttosto la volontà, di natura strettamente commerciale, di colpire le esportazioni dei Paesi produttori di vino, come l’Italia, mettendo sullo stesso piano il consumo moderato che se ne fa all’interno della dieta mediterranea con l’eccessivo utilizzo di superalcolici che caratterizza alcuni Paesi nordici, proprio come l’Irlanda.

Un’operazione scorretta – ripeto, puramente commerciale – avvenuta con il tacito consenso della Commissione Europea. Ma, per il momento, prendiamo ciò che di buono c’è in questo rinvio. Per Italia, Francia e altri Paesi che hanno provato a contrastare le etichette allarmistiche, si apre una finestra di due anni di tempo per far sì che la legge irlandese sia quanto meno rivista e corretta, se non del tutto accantonata.

Gli ultimi provvedimenti in materia di etichettatura presi in sede europea vanno nella direzione di una informazione più precisa e completa da rivolgere ai consumatori, anche attraverso l’utilizzo di QR-code. È la strada che auspichiamo anche noi, che contrasta con allarmi ingiustificati lanciati attraverso immagini shock (stile pacchetto di sigarette) o grafici semplicistici (penso al Nutriscore).

health warning

Dobbiamo quindi utilizzare questo tempo a disposizione per far valere in tutte le sedi competenti le ragioni del comparto vitivinicolo, ingiustamente penalizzato da un provvedimento che affronta in modo sbagliato il problema dell’alcolismo, ignora la distinzione tra vino, birra e superalcolici e rinuncia a una corretta informazione sul consumo moderato. Sono i principi che più volte, insieme a oscarwine, abbiamo cercato di spiegare, nel tentativo di sensibilizzare su questo argomento non solo le Istituzioni competenti, ma anche l’opinione pubblica.

A darci sostegno, sono le sempre più numerose ricerche che confermano come un consumo moderato di vino (due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne, da consumare durante i pasti) non solo non danneggia la salute, ma porterebbe perfino dei benefici nel prevenire alcune malattie, legate in particolare al sistema cardiocircolatorio.

Insomma, se vogliamo parlare di salute e di corretta informazione sul consumo di alcol, noi siamo pronti e abbiamo le nostre solide ragioni. Se però continueranno a prevalere altre logiche, legate alla strumentalizzazione di allarmi sanitari e a pratiche commerciali ingannevoli, stavolta la Commissione Europea non potrà fare finta di nulla. Bruxelles ha già sacrificato abbastanza le ragioni dei produttori agroalimentari e sta continuando a farlo, come dimostra l’abolizione di fatto e l’impoverimento della PAC. Dobbiamo costituire una “lobby sana” di Paesi europei, che faccia sentire con più forza la propria voce e si opponga all’umiliazione di un settore cruciale per l’economia, l’alimentazione e – in definitiva – la sicurezza del Vecchio Continente.

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