Dazi USA, i Vignaioli FIVI scrivono a Lollobrigida

I dazi USA sono un duro colpo per il settore vitivinicolo italiano: il mercato statunitense rappresenta il primo mercato per l’export vitivinicolo italiano, per tutte le tipologie di aziende, dalle più grandi a quelle di dimensioni più esigue. Quelle verticali lavorano spesso in aree di montagna e di collina, in quelle aree interne che contribuiscono a mantenere vive, con costi di produzione significativamente più alti.

rita babini

RITA BABINI – PRESIDENTE FIVI

Serve quindi un impegno diplomatico per una soluzione negoziale che possa scongiurare l’imposizione di nuovi dazi, ma al contempo bisogna avviare fin da subito una riflessione a livello europeo per costruire soluzioni strutturali e durature, dall’attivazione di un intervento di promozione intracomunitaria ad accordi commerciali con altri Paesi, ma anche alleggerendo il carico burocratico delle aziende”.

Così riporta la lettera che la FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – l’associazione presieduta dalla vignaiola in Romagna Rita Babini, che rappresenta oltre 1.800 aziende agricole verticali in tutta Italia – ha scritto al ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) Francesco Lollobrigida, commentando la notizia della missiva inviata lo scorso 11 luglio alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen da parte del Presidente USA Donald Trump  in cui annuncia dazi al 30% dal 1 agosto verso le merci di provenienza UE, vini compresi.

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