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Alto Adige, 2024 straordinario in vigna e in cantina

Che la scorsa annata vitivinicola sia stata particolarmente impegnativa per il Consorzio Vini Alto Adige è dimostrato dai dati meteorologici. Dopo l’inverno più mite degli ultimi decenni e una fioritura precoce, la temperatura è precipitata nuovamente e il gelo ha causato danni diffusi. La gelata, tuttavia, è stata solo il preludio di un tempo freddo e instabile che ha ridotto il numero di grappoli e, su di essi, la quantità di acini.

Le rese più basse si sono registrate per il Lagrein, il Gewürztraminer e il Pinot Grigio, mentre la Schiava, il Merlot e il Riesling hanno risentito meno del maltempo durante la fioritura” spiega Hansjörg Hafner, responsabile del settore viticultura presso il Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura dell’Alto Adige. Le sfide imposte dal meteo hanno fatto si che la vendemmia avvenisse più tardi del solito – e con interruzioni dovute alla pioggia, “Che, però, hanno concesso a noi cantine qualche momento per riprendere il fiato”, scherza Andreas Huber del Pacher Hof a Novacella che – tornando serio – parla di “un anno impegnativo”, molto pretenzioso in merito al lavoro e alla dedizione nei vigneti. “Soprattutto laddove i chicchi di grandine hanno danneggiato singoli acini ed è stato necessario rimuoverli manualmente“, racconta il viticoltore della Valle Isarco.

alto adigeIl 2024 è stato, dunque, un anno difficile per i viticoltori altoatesini a causa del gelo e dell’umidità. Lo conferma anche Veronika Pfeifer del Pfannenstielhof a Bolzano: “Nei vigneti non è stato necessario solo un intenso e meticoloso lavoro manuale, ma anche flessibilità e tempestività.” Il meteo avverso ha fatto sì che in molti vigneti altoatesini le quantità vendemmiate fossero inferiori rispetto alle annate precedenti. “Grazie a un preciso intervento sul verde e a una vendemmia accurata, la qualità dell’uva però non ne ha risentito“, afferma Veronika. Ciò vale soprattutto per i Pinot che hanno regalato grappoli sani e pienamente maturi. Martin Lemayr esprime un giudizio altrettanto positivo sul Pinot Nero dell’annata 2024: “È caratterizzato da freschi aromi fruttati come lamponi e amarene e ha un colore molto limpido, intenso e luminoso“, afferma l’enologo della Cantina Colterenzio. “I vini hanno un minor residuo zuccherino e si distinguono per vivacità, eleganza e struttura tannica sottile.”

Le varietà a maturazione tardiva hanno presentato, invece, alcune difficoltà. Già durante la vendemmia è stato necessario affidarsi all’esperienza per cogliere i grappoli al momento giusto e con la massima cura, affinché fossero nella migliore condizione possibile. “Le varietà rosse a maturazione tardiva, ricche di tannini, sono state sicuramente le più delicate e hanno raggiunto la piena maturazione solo in pochi terroir, motivo per cui alcuni vini di selezione non sono stati prodotti nell’annata 2024“, spiega Lemayr.

Situazione analoga anche per i vini Schiava, ai quali Veronika Pfeifer attribuisce una gradazione alcolica leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti. L’enologa descrive la nuova annata con tre semplici parole: fresca, fruttata e raffinata. Come la maggior parte delle altre varietà, anche la seconda varietà autoctona dell’Alto Adige, il Lagrein, ha sofferto per le avverse condizioni meteo – soprattutto dal punto di vista quantitativo. “A causa della coulure in fase di fioritura e del gelo in primavera, in alcune zone la quantità di grappoli è stata leggermente inferiore alla media“, spiega l’enologa, che definisce il Lagrein 2024 “armonioso, vellutato e morbido al palato“.

I vini bianchi dell’Alto Adige non sembrano aver patito le condizioni meteo negative – al contrario: “Proprio il significativo freddo di settembre ha avuto un effetto positivo sull’aroma, la freschezza, la raffinatezza e i sentori fruttati“, afferma Andreas Huber. Soprattutto per quanto riguarda le varietà principali della Valle Isarco, come il Riesling, il Kerner e il Sylvaner, l’umidità e la muffa nobile della Botrytis cinerea hanno garantito qualità superiori alla media. “Guardiamo con molto ottimismo all’annata 2024, poiché le basse rese e la lenta maturazione delle uve hanno creato le basi per vini bianchi estremamente raffinati e duraturi“, conclude Huber.

Il riscontro di Martin Lemayr è altrettanto positivo. “I bianchi – tra i quali lo Chardonnay e il Pinot Bianco – si presentano con aromi fruttati, raffinati e freschi e con una struttura elegante, piuttosto delicata.” Anche le varietà aromatiche, come il Sauvignon, sono caratterizzate da aromi freschi, leggermente verdastri e chiari e da un’acidità vivace e ben integrata. “I vini, inoltre, si contraddistinguono per il contenuto alcolico inferiore che ne sottolinea ulteriormente la freschezza e il piacere al palato“, afferma con soddisfazione l’enologo di Colterenzio.

Photo credits: Alex Filz

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