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Per US Wine Trade Alliance i dazi saliranno al 17%

Dazi al 17% per agricoltura e vino, esenzione per gli spiriti. È quanto paventa la US Wine Trade Alliance (Uswta) – l’associazione americana che rappresenta a tutti i livelli il commercio vinicolo statunitense nella lotta contro le tariffe -, in una lettera inviata a Unione italiana vini (Uiv) venerdì sera in cui fa appello alla filiera enologica italiana ed europea per attuare pressione sui negoziatori del Vecchio Continente. “Per ragioni politiche o ideologiche – cita la lettera che si basa su fonti dirette – gli USA considerano negativamente i deficit commerciali, e con il vino europeo il disavanzo è molto alto. Ma – prosegue l’Uswta – come tutti sappiamo (ma non l’Amministrazione Trump), i vini europei sono espressioni uniche del terroir e non sono replicabili con equivalenti americani”.

Per il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi: “I dazi al 17% rappresenterebbero un grave ostacolo per entrambe le parti, oltre a risultare contrari allo spirito di cooperazione e alla lunga storia di relazioni che ci uniscono, e la lettera Uswta ne è l’esempio. Per questo motivo, rivolgiamo un appello urgente per un’ulteriore azione di mediazione da parte della Commissione europea e del nostro governo. A queste condizioni – per noi inaccettabili – il danno potenziale stimato da Uiv per il vino italiano, che destina verso gli Usa il 24% del proprio export, è compreso in una forbice tra 300-330 milioni di euro nei prossimi 12 mesi, mentre per i partner oltreoceano – importatori, distributori, ristoranti, bar – si aggira su 1,9 miliardi di dollari”. Un danno, questo, destinato a lievitare in maniera direttamente proporzionale alla debolezza del dollaro.

lamberto frescobaldi

LAMBERTO FRESCOBALDI

Secondo l’Osservatorio Uiv, il rischio – qualora non si attivasse una riduzione dei ricavi lungo la filiera – è di trovarsi, a fine 2026, di poco sopra ai valori espressi nel 2019.

L’export di vino italiano verso gli Stati Uniti vale circa 2 miliardi di euro, pari al 24% dell’export totale di vino italiano. Di conseguenza, il vino italiano è più esposto al mercato statunitense rispetto alla Francia (dove la quota Usa è al 20%) e alla Spagna (11%). A sua volta, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv), il vino italiano rappresenta il 40% dell’export totale dell’UE verso gli Stati Uniti. Ad aprile 2025 – primo mese soggetto ai dazi – l’export di vino italiano verso gli Usa ha registrato una battuta d’arresto, con un calo del 7,5% a volume e del 9,2% a valore.

Allargando lo sguardo all’Ue, l’export di vino europeo verso gli Usa vale quasi 5 miliardi di euro l’anno, quello proveniente da oltreoceano arriva a 318 milioni di euro. Complessivamente le vendite di alcolici europei negli Usa (vino incluso) generano un fatturato di 8 miliardi di euro a fronte di un import degli stessi prodotti pari a 1,3 miliardi.

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