Il Collio e i suoi grandi bianchi di confine

Siamo reduci da un veloce ma esaustivo viaggio per scoprire un territorio unico, zona di confine ai margini orientali del Friuli-Venezia Giulia, quelli che guardano alla vicina Slovenia. È la terra del Collio, un polmone verde di colline, declivi, filari di vite, boschi e prati intervallati da borghi e paesi; celebre, per addetti ai lavori e winelovers, per i suoi vini bianchi dalla spiccata mineralità, freschezza e salinità. Sono vini antichi e importanti, di personalità e grande longevità, che nascono da una zona collinare, situata tra il mar Adriatico e le Alpi Giulie, che gode di un microclima unico per ventilazione ed escursione termica e di un terreno, la caratteristica “ponca”, originato da marne di origine eocenica, ideale per la coltivazione della vite.

Un territorio che comprende 1300 ettari vitati (più dell’85% a bacca bianca) in otto comuni, con estati calde ma mai afose e inverni mediamente freddi e altrettanto piovosi; il clima è influenzato dalle correnti calde del mar Adriatico e protetto, dalle Alpi Giulie a nord, dai venti freddi. Ma il Collio, mezzaluna in provincia di Gorizia tra il torrente Judrio e il fiume Isonzo, è anche cultura ed etnie, storia millenaria e tradizioni, usi e costumi e una gastronomia che porta nel piatto le ricette e i prodotti della gente del luogo.

Esperienze a trecentosessanta gradi che si possono ritrovare, per esempio, nelle tavole e nell’ospitalità de La Subida, iconica location stellata Michelin di Cormòns, così prossima a Gorizia e al confine di stato. Una gastronomia fortemente identitaria che trova nei vini del Collio un matrimonio ideale, grazie soprattutto (ma non solo) ai tre vitigni autoctoni del luogo: la Ribolla Gialla è il più antico, del quale si trovano ancora i segni di viti centenarie nella microzona di Oslavia. Presenta un colore paglierino vivace e un profumo elegante e intenso e, se vinificata in legno o macerata, diventa rotonda, con note più intense per abbinamenti di frutti di mare e piatti delicati di pesce.

Il Friulano è forse il più noto dei tre, conosciuto fino al 2007 con il nome di Tocai Friulano, prima della famosa querelle con l’omonima denominazione magiara. È caratterizzato dai tipici riflessi verdolini e da un delicato aroma fresco vegetale, con sentori di mandorla. Il sapore è pieno, di corpo, armonico. Molto usato come aperitivo, è ideale anche da abbinare a piatti di pesce, grigliate di carni bianche e accompagna perfettamente il prosciutto crudo locale.

Ultimo ma non meno importante, il più nobile e raro dei tre, il Picolit, presenta il caratteristico colore giallo con riflessi dorati più o meno intensi e un profumo coinvolgente, che ricorda i fiori di campo e il miele d’acacia. Il sapore, dolce, ampio e vellutato lo rende ideale come vino da meditazione. A questi tre bianchi si aggiunge il Collio Rosso, che nasce dall’unione dei più pregiati vitigni a bacca rossa del territorio, riservato esclusivamente alle annate più importanti. Di grande pregio e finezza, di corpo e struttura, è molto persistente, adatto all’invecchiamento e alle grandi occasioni.

Forse però la vera essenza e anima di questo territorio, progetto ambizioso del Consorzio di Tutela, nato nel lontano 1964 e animato oggi da una nuova volontà strategica di diffondere, valorizzare e comunicare sempre più l’eccellenza e l’identità dei suoi vini nel panorama enologico italiano e internazionale, è il Collio Bianco. Frutto dell’assemblaggio di differenti uve, è un prodotto grazie al quale ogni cantina trova una diversa espressione territoriale, definendo il proprio stile ed esaltando le caratteristiche del terroir.

Torneremo presto a parlare del Collio, raccogliendo le voci di chi lavora ogni giorno per far conoscere questa realtà vitivinicola così particolare e unica.

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