La sostenibilità tecnologica di Mister Bio Wine

Biologico e tecnologico: sono, questi, due termini apparentemente in antitesi, perlomeno a un primo impatto, ma che in realtà si sposano perfettamente e altrettanto efficacemente spiegano la vision di Mister Bio Wine, nuovo brand creato dall’azienda friulana Weldan. È la sintesi estrema ed efficace tra il rispetto della natura e le enormi potenzialità che la moderna tecnologia può offrire in termini di controllo produttivo e qualitativo. Una scelta ben precisa, che Linda Rocchi, responsabile comunicazione di Mister Bio, racconta a oscarwine.

Partiamo della vostra storia, già dai suoi inizi ben chiara, frutto di idee precise.
“Nasciamo con la volontà di valorizzare e commercializzare il neonato brand Mister Bio, espressione ultima del prodotto vino creato dalla nostra azienda agricola Weldan, nata nel 1997. Il focus principale è sempre stato quello di condurre i nostri vigneti utilizzando la tecnologia, strumento per noi fondamentale per un controllo preciso e puntuale della vita delle nostre piante. Abbiamo sperimentato tanto arrivando a un controllo per noi ottimale, che ci ha permesso di passare al biologico in modo molto naturale, modificando il nostro approccio ma non la percezione di agricoltura.”

La vostra è una scelta biologica evidente anche nel nome: come e perché?
“Abbiamo scelto di rispettare al massimo le nostre piante, creando loro il minor stress possibile e lasciando evolvere la loro natura. Su queste basi nasce e si sviluppa il progetto Mister Bio: il futuro in cui la sostenibilità passa attraverso la tecnologia. Mister Bio è la testa pensante, il detentore della conoscenza derivante da duecento anni di esperienza, tale è la storia della nostra famiglia. Ma è anche colui il quale agisce, aziona le macchine e ne controlla l’operato, mettendo a frutto la modernità tecnologica. Con Mister Bio nasce un nuovo modo di consumare e leggere il biologico, in cui la natura è a favore della tecnologia, che è l’evolvere logico del tempo.”

Il biologico si integra quindi con la tecnologia. In che modo?
“Biologico non significa soltanto assenza di intervento chimico in vigneto, ma anche un controllo preciso e puntuale delle fasi di lavorazione. Utilizziamo unicamente principi attivi di origine naturale come rame, zolfo e olio essenziale di arancio. Attraverso la confusione sessuale controlliamo la popolazione degli insetti indesiderati. Ci serviamo di centraline meteo per controllare in tempo reale le condizioni climatiche e monitorare temperatura e umidità nei nostri vigneti. Macchine irroratrici eliminano la deriva (cioè la quantità di miscela che viene dispersa al di fuori dell’area oggetto del trattamento) e sistemi innovativi stimolano la pianta all’autodifesa per ridurre l’impatto ambientale. Le mappature fogliari georeferenziate ci permettono di conoscere lo stato vegetativo della pianta, la carenza di acqua o sostanze nutritive; elaboriamo i dati e definiamo da remoto le operazioni da eseguire.”

La vostra produzione è importante, per numero di referenze e per una qualità riconosciuta anche all’estero…
“Abbiamo scelto di valorizzare la Ribolla Gialla, vitigno tipico della nostra regione, che presentiamo in 3 versioni: ferma, spumante e frizzante col fondo. Non mancano altri vini caratterizzanti il territorio: Pinot Grigio, Traminer aromatico, Friulano e Sauvignon per i bianchi, Merlot e Cabernet Franc come rossi. Spumantizziamo: proponiamo anche Prosecco Brut/Extra Dry/Rosé e diverse cuvée, espressione delle zone di provenienza delle uve. Quest’anno abbiamo prodotto circa 100.000 bottiglie e contiamo di moltiplicarne il numero fino a quando saremo in grado di mantenere gli standard qualitativi attuali, per un mercato di vendita che si suddivide tra Italia ed estero, dove stiamo instaurando diverse sinergie con Norvegia e Austria.”

I vostri vitigni e terreni sono collocati in zone diverse, abbastanza distanti tra loro. Quali sono le caratteristiche?
“Con i nostri 240 ettari vitati abbracciamo diverse zone della regione e i vigneti di famiglia si estendono dal mare alle zone collinari risalendo il fiume Tagliamento; arriviamo fino alla zona dei colli orientali nei comuni di Spessa di Cividale e Manzano. La “Ponca”, il terreno tipico dei colli orientali, è ideale per la viticoltura in collina: la stratificazione millenaria di marne e arenarie si sgretola velocemente e si fonde con le argille, la natura alcalina e ricca di carbonato di calcio, unitamente alle forti escursioni termiche, conferisce sapidità e mineralità. Le varietà coltivate sono in prevalenza friulano, ribolla gialla, sauvignon, pinot grigio e riesling per le uve a bacca bianca e merlot, schioppettino, cabernet franc e refosco dal peduncolo rosso per quelle a bacca nera. L’area del Tagliamento è di origine alluvionale, il terreno ha un’ampia superficie sassosa che esalta l’escursione termica favorendo così uve con una spiccata dotazione di aromi e vini profumati ed eleganti. Qui troviamo vigneti di glera, pinot grigio e traminer aromatico. La zona della bassa pianura friulana, un tempo ricca di acqua stagnante, è diventata zona adatta alla coltivazione della vite a seguito delle bonifiche del XX secolo. Nella fertilità e salinità del terreno ritroviamo una caratteristica fondamentale per l’aromaticità dei vini. Qui coltiviamo i nostri vigneti più giovani, tra cui il müller-thurgau e il pinot nero.”

Le bottiglie di Mister Bio hanno un packaging particolare e fortemente identificativo. Come mai questa scelta?
“Non è stata casuale, volevamo che rispecchiasse il nostro essere biologico-tecnologico. In ogni particolare riprendono il nostro marchio: le linee verticali alla base, ad esempio, o il logo stesso riportato in corrispondenza della spalla: la M rappresenta i filari dei vigneti, la R l’uomo che li lavora e se ne prende cura.”

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