Dalla Mora, un manager DOC a La Roncaia

Vendere vino sembra facile. Nell’immaginario di molti, chi lavora in questo settore, dalle cantine alle enoteche, passando per gli agenti, vive nel’oro, ignorando quanti sacrifici ci sono dietro tutte queste attività, le spese e i rischi.

In questo momento, con la ristorazione ferma – ad eccezione di una minima parte che si sta affidando, con risultati alterni, alle consegne a casa – e in attesa di segnali di fumo riguardo una possibile data di riapertura, abbiamo incontrato Alessandro Dalla Mora. Classe 1976, Dalla Mora è il direttore commerciale di La Roncaia, una delle realtà più interessanti dei Colli Orientali del Friuli alla quale è approdato dopo quindici anni trascorsi tra Angoris e Feudi di San Gregorio.

Alessandro come è cambiato il suo lavoro con l’emergenza Covid-19?
Come prima cosa, per motivi di forza maggiore, ho dovuto interrompere le missioni di affiancamento e le visite ai nostri clienti in giro per l’Italia. Ovviamente, il canale Ho.Re.Ca. ha subito uno stop forzato che, a eccezione di pochi delivery, ha quasi fermato il mercato. La fortuna della nostra azienda è che eravamo organizzati da tempo con delle collaborazioni molto strette con i vari player che operano nelle vendite on-line del vino. In questo segmento, per noi, le vendite sono quadruplicate. E’ chiaro che il gap di fatturato non possa essere colmato da queste tipologie di vendita, ma si tratta di un trend in forte espansione che non può essere più trascurato.

Siete riusciti a trasformare un’emergenza in opportunità?
Sicuramente. Nelle difficoltà, la gente sfrutta tutti gli strumenti a sua disposizione e molte persone, che prima non lo facevano, si sono affidate a internet per gli acquisti in rete. Anche io, per altri servizi, ho usato piattaforme on-line che prima usavo raramente. Il risultato è stato non solo un aumento delle vendite on-line ma anche aver raggiunto gente che prima non ci conosceva. Questo non toglie che il lavoro di agenti e altre persone, che fino a poche settimane fa lavoravano da mattina a sera per promuovere i nostri vini, è prezioso e imprescindibile. Il fattore del rapporto umano sarà sempre vincente.

Rimaniamo sulle vendite, che riscontri avete avuto dall’e-commerce?
Nonostante il difficile periodo economico, le persone cercano la qualità, non acquistano il primo vino che capita: sono disposti a spendere qualcosa in più per soddisfare questo desiderio. Così, si punta sul brand noto, sulla bottiglia pubblicizzata in campagne di comunicazioni efficaci o su chi ha vinto premi. Qui nel nord-est, per esempio, una realtà come La Roncaia spicca.

Anche grazie a un premio importante…
Esatto. Il nostro Pinot Grigio 2017 ha ottenuto il riconoscimento più alto dai Master of Wine. Parliamo di un’élite competente e credibile di esperti del vino che premia le migliori referenze per anno: il loro giudizio è slegato dalla zona di provenienza. La Roncaia, inoltre, è stata inserita, sempre dai Master of Wine, tra le migliori 100 aziende al mondo. I consumatori cercano questa tipologia di prodotti, questa qualità.

In questo momento, c’è più tempo di pensare: qual è il sogno del cassetto di Alessandro dalla Mora?
Il mio sogno nel cassetto è quello di continuare ad avere sogni: sono uno stimolo a fare sempre meglio, ad andare lontano e a spingersi oltre. Magari ci rivedremo così potrò raccontarle quello a cui sto lavorando ora…

Criptico. Il suo “pensiero felice” per il mondo del vino invece?
Che si ritrovi un nuovo equilibrio in breve tempo e che questo momento difficile serva a individuare nuove opportunità per il futuro. L’obiettivo deve essere uno solo: uscire vincitori da questo periodo complicato.

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