“Do Woxt Wos”, la rinascita del vino in Carinzia

La Carinzia vanta una storia millenaria di viticoltura. I monasteri di Arnoldstein, Millstatt, Ossiach, Viktring, St. Georgen am Längsee, Griffen, Eberndorf e St. Paul, infatti, furono i primi nel Medioevo a coltivare le viti da cui producevano il vino, molto apprezzato in tutto il territorio.

Nel tempo, diverse circostanze furono avverse alla produzione vinicola carinziana: i dazi doganali e le tasse troppo alte, le malattie fungine come la peronospora e annate sfavorevoli di raccolti scarsi. Fu così che il vino scomparve quasi completamente dalla Carinzia fino agli anni ’70 del 1900, quando Herbert Gartner piantò di nuovo le prime viti nella valle del Lavanttal. Da allora è tornata la consapevolezza nei Carinziani che il vino appartiene alle radici della regione e sempre più persone hanno iniziato la ricerca di terreni adatti alla viticoltura, dedicandosi con passione alla produzione del vino come hobby o come professione. Dall’inizio del 2000 il vino della Carinzia sta vivendo una rinascita: Do Woxt Wos – Sta crescendo qualcosa.

Nel 2011 sono state prodotte per la prima volta più di 100.000 bottiglie di vino e oggi in Carinzia se ne imbottigliano più di 500.000.

I vignaioli della città di Klagenfurt – Seewiese

La capitale della Carinzia ha il suo vigneto, pittorescamente situato sopra il lago Wörthersee, dove le viti crescono bene perché c’è sempre qualche grado in più rispetto alla città. Sulla Ried-Seewiese a nord di Klagenfurt, da oltre 40 anni il vino della città di Klagenfurt cresce su una superficie di oltre 0,5 ettari. È nato tutto un po’ per caso: una delle città gemellate alla capitale, ha donato delle viti all’allora sindaco e amante del vino Leopold Guggenberger, che furono piantate trasversalmente sulla Seewiese.

Oggi le viti sono curate in modo molto più professionale grazie all’Associazione dei viticoltori della Carinzia, l’organizzazione ombrello dei viticoltori carinziani, fondata nel 2003. Sono 7 viticoltori che hanno completato la loro formazione grazie a dei corsi e che gestiscono in modo cooperativo la viticoltura sui dolci pendii del Seewiese. Una sorta di comunità.

Una volta all’anno, ci sediamo tutti insieme e degustiamo i nostri vini per capire come possiamo renderli ancora migliori” il commento di Horstwild, Presidente dell’Associazione. Oltre alle uve rosse Zweigelt, Blauburger, St. Laurent e Merlot, si coltivano anche le uve bianche Riesling, Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon Blanc.

Il vino dei castelli: Glanegg e Taggenbrunn

Il castello di Glanegg è la terza fortificazione più grande della #carinzia, anche se ridotto in rovine. Di proprietà della famiglia Zwillink, il castello, o quel che ne rimane, è stato affittato dal comune di Glanegg nel 1996 per un periodo di 25 anni, con lo scopo di rivitalizzarlo grazie all’impegno dell’Associazione del Castello di Glanegg (Burgverein Glanegg). In qualità di socio, Franz Lassnig è stato coinvolto fin dall’inizio in questo progetto e si è assunto il difficile compito di ripulire l’area di circa due ettari che un tempo serviva da frutteto e vigneto e di piantare nuovamente delle viti. Oggi, sui pendii meridionali sotto il castello, prosperano sei varietà di uva: Sauvignon Blanc, Chardonnay, Pinot Bianco, Zweigelt, Donauriesling e Moscato in fiore, quest’ultimo particolarmente apprezzato e vincitore di diversi premi.

Il castello di Taggenbrunn

L’azienda vinicola più esclusiva della Carinzia si erge orgogliosa sopra Stveitanderglan, nella Carinzia centrale: il castello di Taggenbrunn è stato costruito sui resti di un insediamento di mura celto-romane all’inizio del XII secolo. Purtroppo, nel corso dei secoli, divenne un rudere e il complesso cadde in rovina fino al 2011, quando l’imprenditore Alfred Riedl, la mente dietro gli orologi Jacques Lemans, acquistò il castello e realizzò un concetto visionario. Nel 2017 è stato inaugurato non solo il castello, ma anche 40 ettari intorno ad esso, compresa l’omonima tenuta vinicola. Il punto forte non è solo il vino del castello, che viene premiato ogni anno, ma anche una scultura d’arte di André Heller: la Dea del Tempo, alta 15 metri, diventata un nuovo punto di riferimento artistico della Carinzia centrale.

Nei vigneti ai piedi del castello, è l’enologo Hubert Vittori ad avere l’ultima parola. L’impianto di lavorazione del vino è uno dei più moderni dell’Austria e produce circa 200.000 bottiglie di vino all’anno della linea “Taste of Time”. Le varietà coltivate sono Sauvignon Blanc, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Traminer, Moscato, Zweigelt e Pinot Nero. I vini più apprezzati sono il Gemischter Satz e lo spumante Jacques Paagnier.

Le cantine: Georgium e TrippelGUT

Sulle rive del lago Längsee, Marcus Gruze e Utas Lamanig praticano da anni la viticoltura biodinamica. La loro posizione è molto chiara: tutto dovrebbe essere coltivato nel modo più naturale possibile. Per questo motivo la coppia scommette sulla produzione di uve biologiche e sulla fermentazione spontanea dell’ammostamento, senza filtrazione e affinamento, utilizza meno zolfo possibile e rinuncia agli ausili tecnici e a tutti gli additivi. Il biologico è sicuramente la loro priorità e funziona: le uve biologiche stanno prendendo piede. Nel 2017, la cantina Georgium è stata premiata da Gaultmillau come “Exceptional Winemaker of the Year”.

Nella Carinzia centrale, sul lago Maltschacher See vicino a Feldkirchen, l’amante di vini Nikolaus Trippel dal 1943 coltiva il suo vino su 7,4 ettari. Nikolaus Trippel ha rilevato l’attività dal nonno dopo essersi diplomato alla scuola di viticoltura di Silberberg e ha costruito un paradiso del vino e del benessere a Briefelsdorf. La TrippelGUT è la cantina della Carinzia con la più grande varietà di uve. I vini spaziano da vini alpini di facile beva a vini di sito di carattere, alcuni dei quali affinati in legno stagionato, fino a vini naturali rifermentati in ammasso con fermentazione spontanea senza additivi.

Vinum Virunum

Sebbene siano stati i monasteri a coltivare costantemente la vite in Carinzia, già i Romani e i Celti avevano fatto i primi esperimenti con il vino. Il nome dell’antica capitale della provincia del Norico, l’attuale Austria centrale, Virunum, è stato di ispirazione per l’azienda vinicola “Vinum Virunum”, che si trova ai piedi del Magdalensberg, a Stveitanderglan. Nel 2011 si è svolta la prima vendemmia del vigneto di tre ettari, dove crescono uve di Chardonnay, Sauvignon Blanc, Traminer, Rosé, Zweigelt, Blaufränkisch e Pinot Nero.

Alexandra Candussi è responsabile dei vigneti ed esperta in viticoltura. Prima di piantare le viti, ha analizzato con estrema precisione i terreni. Infatti, lo Chardonnay cresce meglio su terreni argillosi, il Sauvignon Blanc e il Traminer in siti ghiaiosi e ferruginosi, lo Zweigelt, il Blaufränkischer, il Pinot Nero e il Merlot su un mix di argilla-ghiaia-sabbia. Il suo #vino, pertanto, nasce anche dalla passione per la Carinzia, il suo suolo e il suo clima.

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