Fra le vigne del Giro d’Italia: da Sanremo a Cogne

Il Giro d’Italia propone un’altra interessante conclusione di settimana in alta quota. Dopo la Sicilia con l’Etna e l’Abruzzo con il Blockhaus della Majella, ecco le Alpi del Piemonte e della Val d’Aosta.

Mohorič a Sanremo

Tappa numero 13, venerdì 20 maggio. Sanremo diventa città di partenza: una rarità, visto che la città ligure è tradizionalmente l’approdo della “classicissima”: 113 edizioni festeggiate lo scorso 19 marzo con la vittoria dello sloveno Matej Mohorič. Una curiosità: la tappa percorre al contrario il tragitto tradizionale della Milano-Sanremo fino a Imperia e poi si inoltra nel Piemonte ricalcando fino a Ceva, sempre al contrario, il percorso della Milano-Sanremo 2020: evento storico, per la prima volta veniva impedito alla Sanremo di svolgersi sul suo percorso consueto.

Due anni fa il Covid – oltre ai disastri procurati nella vita di tutti noi – costrinse gli organizzatori di RCS (gli stessi del Giro) a scegliere un tracciato alternativo. La corsa si disputò l’8 agosto e questa data, in pieno periodo vacanziero, spinse i sindaci di 18 comuni in provincia di Savona a vietarne il passaggio. Soltanto in Italia possono accadere queste cose: come impedire agli abruzzesi di andare a vedere domenica scorsa l’arrivo al Blockhaus sulla Majella. La tappa Sanremo-Cuneo non è molto lunga, solo 150 km con i velocisti ancora protagonisti (fuga permettendo): per loro penultima occasione (l’ultima sarà a Treviso, sempre fuga permettendo). Il Colle di Nava, a 100 km dall’arrivo non può creare scossoni.

Tappa 14, il giorno successivo. Sabato 21 maggio va in scena Santena–Torino, anch’essa breve (147 km) e piena di insidie su e giù per i colli della provincia del capoluogo piemontese. Ci sarà anche un circuito finale, da ripetere due volte, con salite corte ma storiche del ciclismo. Si comincia con il Colle di Superga dal versante di Bric del Duca, poi il Colle della Maddalena e infine il chilometro e mezzo del Parco del Nobile a soli 9 km dall’arrivo.

Tappa 15, domenica 22 maggio. Dal Piemonte verso le lunghe e alte salite della Valle d’Aosta: 177 km da Rivarolo Canavese a Cogne. Due salite impegnative negli ultimi 80 km: Pila-Les Fleurs (12,2 km al 6,9%) e Verrogne (14 km al 7%). In più c’è l’arrampicata verso l’arrivo di Cogne, 22 km e mezzo divisi in due parti: 9 km iniziali con una pendenza media del 7%; i rimanenti 13 km che definirli salita è francamente eccessivo vista la pendenza media del 3.7 per i primi 10 km e 2.4% negli ultimi 3 che conducono a Lillaz, frazione che dista 4 km dal centro di Cogne.

Per lo spettatore che segue il Giro – che scenda in strada o si gingilli davanti alla tivù – ecco i consigli di oscarwine.

Rossese di Dolceacqua

Siete in Liguria? Ovunque vi troviate, a tavola le parole d’ordine sono pesto e focaccia (che troviamo in versioni diverse a seconda della tradizione locale). E per il vino? Trovandoci a Sanremo, un vino sicuramente da degustare è il Rossese di Dolceacqua, prima DOC ligure. Il Rossese è un’uva antica della zona, probabilmente importata dai greci ma non di origine ellenica; la sua diffusione fra Italia e Francia si deve ai monaci: quest’uva, infatti, è identica alla francese tibouren, fatto confermato da analisi genetiche.

La coltivazione di questa pianta – spettacolari le foto degli alberelli sulle terrazze (inizialmente il nome era Roccese, dal terreno dove cresceva, poi diventato Rossese per il colore) – non è cosa semplice, vista la sua spiccata sensibilità a vari parassiti delle viti. Scarsa produzione, alta qualità. Il vino ottenuto è da sempre molto apprezzato, lo amava l’ammiraglio Andrea Doria e Napoleone ne fece scorta.

Gli storici muretti di Prié Blanc dell’Ottocento

Veniamo alla Valle d’Aosta. Come la Liguria, anche questa terra ha una conformazione che non rende semplice la coltivazione delle viti che sono piantate per il 60% in montagna, il 35% in collina e il 5% in pianura, divisi su cinquecento ettari circa. A questo si aggiungono le temperature rigide, che in primavera si ripresentano con improvvise gelate, e alte temperature nel periodo estivo.

Nella terra abbracciata da Monte Bianco, Cervino, Gran Paradiso e Monte Rosa, troviamo anche i vigneti più alti d’Europa a quota 1.200 metri. I vitigni a bacca bianca sono Chardonnay, Moscato bianco, Müller-Thurgau, Petite Arvine, Pinot grigio e Prié blanc, mentre tra i rossi troviamo Cornallin, Fumin, Gamay, Mayolet,Nebbiolo, Petit rouge, Pinot nero e Syrah.

 

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