Italian Taste Summit, il vino guarda al futuro

Si è chiusa la quarta edizione di Italian Taste Summit, appuntamento B2B che ha proposto una serie di eventi diffusi tra la Rocca Visconteo Veneta di Lonato del Garda e la Tenuta Borgo la Caccia di Pozzolengo (Brescia). L’evento, organizzato da Joanna Miro, marketing manager e AD del Gruppo Wine Global Aspect, ha riunito oltre oltre 50 cantine e i più importanti operatori e critici internazionali, con l’obiettivo di facilitare la conoscenza e il business tra una selezione dei migliori produttori italiani e i professionisti stranieri provenienti da Giappone, USA, Messico, Canada, Russia, Ucraina, Gran Bretagna, Svizzera e altre nazioni europee.

A causa della pandemia tutti noi abbiamo subito un trauma immane, di fronte al quale siamo in cerca di certezze e valori stabili. Questo crea un’opportunità unica per le imprese del mondo del vino, a patto di sapere cosa è necessario fare: la risposta si chiama Experience Design”, ha spiegato Joanna Miro introducendo i due seminari con cui si è aperto l’Italian Taste Summit.

Nel corso dei due incontri, il Professor Vincenzo Russo, docente di Neuromarketing all’Università IULM di Milano, Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, il Professor Daniele Cavicchioli, docente di Economia agroalimentare all’Università degli Studi di Milano, e Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento turismo del vino della Lombardia, hanno analizzato la situazione attuale e si sono confrontati sulle strategie per far crescere l’export e approfittare della ripresa globale dei consumi prevista già da quest’anno.

La pandemia ci ha insegnato che i cambiamenti sono inevitabili e ci ha dimostrato che le abitudini di consumo e acquisto possono cambiare molto rapidamente – ha dichiarato Ettore Prandini – Noi dobbiamo investire, guardare al futuro, pensare agli aspetti strategici, perché la qualità del prodotto deve essere necessariamente accompagnata da strategie di marketing ben organizzate, oltre che declinate pensando di volta in volta quali sono i mercati di destinazione. In questo l’Experience Design rappresenta sicuramente uno strumento prezioso.

In quali condizioni? Il Report Vino e Spirits realizzato da Mediobanca con Sace e Ipsos prevede per il biennio 2021/2022 una ripresa del 3,5% all’anno dei consumi di vino italiano e addirittura un incremento del 4,6% all’anno dell’export. Per i due principali mercati di destinazione, gli USA e la Germania, si prevede una crescita dei consumi rispettivamente del 2% e del 3,1% all’anno. In Russia l’incremento sfiorerà il 3% annuo, mentre in Canada e Giappone si arriverà a un +5,9% annuo e in Lituania addirittura a un +23,3% di consumi nel biennio.

Non solo. Nel 2020 il vino italiano ha retto meglio dei concorrenti francesi e spagnoli gli effetti del Covid sull’export, con un calo del 2,4% nel 2020 contro il -3,4% della Spagna e il -10,8% della Spagna (dati Wine Monitor Nomisma), ed è tornato primo negli USA, con 1,77 miliardi di euro di valore, dopo un biennio dietro a quello francese (dati UN Comtrade). Un primato che riguarda anche il mercato tedesco, dove il nostro vino con 1 miliardo di euro di export precede di gran lunga quello francese, il mercato svizzero, con un valore di 408 milioni di euro (e un controsorpasso ai danni dei francesi proprio nel 2020), e il mercato russo (l’ultimo dato UN Comtrade è riferito al 2019 ed è di 301 milioni di euro).

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