La tradizione siciliana in Usa, Canada e Cina

Il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia ha rimodulato le attività di promozione nei mercati Usa, Canada e Cina alla luce della situazione provocata dal Covid-19 e con un continuo monitoraggio dell’evoluzione di regole e comportamenti dei consumatori di vino anche in relazione alle ultime misure legate alla pandemia.

L’investimento nei tre Paesi si concretizzerà in campagne pubblicitarie e di Pr e in altre iniziative Social che, nel recente passato, hanno consentito di raggiungere ottimi risultati legati alla migliore conoscenza della Sicilia e della qualità dei vini delle 461 aziende che imbottigliano Doc Sicilia. L’export rappresenta per le aziende siciliane il 56% delle vendite della produzione annuale.

Negli ultimi sei anni, utilizzando i programmi di promozione, la Doc Sicilia ha aumentato di sei volte la quantità di bottiglie esportate – ha spiegato Antonio Rallo, presidente della Doc Sicilia – Ecco perché crediamo che un attento ricorso a queste iniziative in Paesi che hanno dimostrato attenzione verso i nostri vini è uno degli interventi necessari per la ripresa del settore. Sappiamo bene che tutti i mercati hanno subito conseguenze pesanti a causa dell’emergenza sanitaria. Secondo il piano strategico deciso dal cda della Doc Sicilia, è necessario utilizzare i fondi nel modo più efficace possibile. Anche ampliando le attività finanziate organizzando ad esempio degustazioni web o incrementando le risorse per le attività di PR e di marketing.”

Negli USA – da anni uno dei mercati dove si è registrata la maggiore crescita di esportazioni di vini e dove stanno per essere avviate anche due campagne rivolte alla comunità degli appassionati – la Doc Sicilia ha avviato dal 2015 azioni di promozione che oggi sono destinate ai canali social del Consorzio e ad iniziative di PR dedicate a media e ad influencer. Nel 2019, la Sicilia si è posizionata al 7 ° posto nella classifica sulla conoscenza della provenienza regionale dei vini con una percentuale del 40% tra i consumatori statunitensi non esperti e il 57% tra i consumatori di vini italiani. Per quanto riguarda la Regioni d’origine italiane, la Doc Sicilia è seconda dopo la Toscana.

Secondo i dati aggiornati ad aprile 2020, nel 2019 il mercato del mondo dove c’è stato il maggior consumo di vino e dove il potenziale di sviluppo resta più alto è proprio quello degli USA, con 33 milioni di ettolitri nel 2019 (+2% rispetto al 2018 e + 10% della media degli ultimi 10 anni). Gli americani sono 331 milioni e quindi bevono 10 litri pro capite all’anno. In Canada il mercato del vino di importazione è cresciuto del 3% a 1.74 miliardi di euro nel 2019 rispetto al 2018, con un +3% per i vini in bottiglia a 1.49 miliardi di euro.

In Canada è in preparazione una campagna web che inizierà a giugno e finirà a settembre 2020: i vini della Doc Sicilia saranno protagonisti di articoli, degustazioni, accoppiamenti con le ricette più amate dai canadesi.

In Cina, invece, la promozione della Doc Sicilia vini sta avvenendo sul canale WeChat. E’ un investimento che sta già dando diversi riscontri, considerando che in Cina la vita sociale è ripresa a seguito della cessazione delle misure di blocco decise durante il picco del contagio. La Doc Sicilia sta anche pianificando una serie di masterclass rivolte  a professionisti di settore, media ed influencer.

Il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia è stato istituito nel 2011, la prima vendemmia secondo le regole del Disciplinare è avvenuta nel 2012. Il 2019 si è chiuso con un totale di  95 milioni di bottiglie  ( +19% rispetto al 2018). Oggi la Doc Sicilia conta su quasi 25.000 ettari di vigneti rivendicati e 8.354 aziende viticole.

Nel primo quadrimestre del 2020, a causa dell’epidemia Covid-19, si registra un calo dell’11% dell’imbottigliamento rispetto allo stesso periodo del 2019, ma sono dati che evidenziano come la Doc Sicilia abbia limitato il decremento: in un contesto che vede il vino italiano perdere dal 35% al 40% del volume al mese a causa del lockdown, il Nero d’Avola ha un decremento di bottiglie prodotte pari al 5% e il Grillo del 13% rispetto al calo di imbottigliato del 17% dei vini bianchi.

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