Vendemmia Alto Adige: resa minore, maggiore qualità

Quasi due mesi fa avevamo parlato di una vendemmia difficile in Alto Adige. Oggi, appena terminata la raccolta, le notizie sul 2024 non sono molto diverse da quelle comunicate da altre regioni italiane: annata complicata, resa minore, maggiore qualità.

Le complicazioni, informazione che ormai non è più una notizia purtroppo, sono arrivate a causa dei cambiamenti climatici, fenomeni meteorologici estremi con abbondanti piogge in primavera e grande caldo ad agosto – siccità che ha comportato un gran lavoro in vigna per dare acqua sufficiente alle piante – che hanno comportato una resa minore e problemi per la vendemmia a causa della maturazione quasi contemporanea di diversi vitigni.

In ogni caso, gli esperti vedono il bicchiere mezzo pieno, parlando in prospettiva di bianchi freschi e fruttati (gli acini sono rimasti più piccoli, ma molto concentrati, ragion per cui si attende qualità eccellente ) e rossi eleganti.

La maturazione fisiologica è stata raggiunta alla perfezione, i valori di pH e acidità così come i livelli di zucchero sono corretti e i grappoli molto sani” ha affermato Elisabeth Gottardi della Tenuta Gottardi mentre il suo collega Michael Dezini enologo della Cantina e Tenuta Josef Brigl di Appiano, ha sottolineato soprattutto la qualità dei vitigni bianchi: “Si sono presentati molto bene soprattutto il Pinot Bianco, il Pinot Grigio e il Sauvignon.” Anche Erwin Carli, enologo della Cantina Kurtatsch ha parla di un’ottima annata per le varietà di bianco.

In merito, Michael Dezini ha aggiunto che  “I bianchi del 2024 sono caratterizzati da una bella freschezza e un pronunciato sapore fruttato”. Le sue conclusioni sui rossi, invece, non sono così risolute, è troppo presto per formulare un giudizio definitivo. La Schiava sembra “piuttosto difficile”, il Lagrein “promette bene”, ma è il Pinot Nero a ottenere il risultato migliore. Quest’ultima affermazione è confermata anche da Elisabeth Gottardi che descrive il Pinot Nero 2024 come “molto equilibrato” e gli attribuisce “freschezza, eleganza, profondità e un lungo potenziale di conservazione”.

Soprattutto per il Pinot Grigio, il Sauvignon e il Gewürztraminer si sono registrati forti cali di produzione. Secondo Michael Dezini : “Dal punto di vista quantitativo abbiamo registrato perdite anche per tutte le varietà di vino rosso, in particolare per il Lagrein e il Pinot Nero.” A Mazon, zona molto rinomata per il Pinot Nero, Elisabeth Gottardi stima che tale perdita si aggiri attorno a un quarto rispetto ai due anni precedenti.

Photo credits: Johannserhof Ernte – Florian Andergassen

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