Vini lombardi, crescono export, produzione e impiego

Valore delle vendite raddoppiato in 15 anni, sfiorati i 320mln di euro nel 2022, nuovo record regionale. Sono i dati dei vini della Lombardia sui mercati internazionali, dove la regione, nonostante la Brexit, si sta imponendo in Inghilterra e che valgono una crescita degli addetti stabili del 17,6% negli ultimi 10 anni.

Sono queste – si legge in una nota di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardiale credenziali con cui i vini lombardi si presentano a Vinitaly 2023. Secondo Dati Istat, nel corso del 2022 l’export della Lombardia è infatti cresciuto del 7,8% rispetto al 2021, raggiungendo quota 319 milioni e 623 mila euro,  il doppio rispetto ai 167 milioni e 699 mila euro che erano stati registrati nel 2007.

La Lombardia vanta 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT e, in termini di qualità, può tranquillamente competere con le più rinomate regioni vitivinicole a livello nazionale e internazionale – spiega Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia – L’ultima vendemmia, caratterizzata da condizioni meteorologiche estreme, si è chiusa con una produzione fatta per la stragrande maggioranza di vini a Denominazione di qualità: nove bottiglie su dieci dell’annata 2022 saranno a marchio DOCG, DOC o IGT.

La produzione dello scorso anno, infatti, conta oltre 142 milioni di bottiglie potenziali, per l’88% vini a Denominazione di qualità.
Il mercato principale per i prodotti vitivinicoli lombardi è quello tedesco, che nel 2022 ha rappresentato il 24% dell’export e che nel periodo 2019-2021, a cavallo della pandemia da Covid-19, è cresciuto addirittura del 46,7%. Seguono, in termini di valore, gli Stati Uniti, con una quota del 12,5% e in crescita del 20,6% tra il 2019 e il 2021, la Svizzera (8,6%), il Giappone (6,4%), la Francia (4,1%), il Regno Unito (4%) e la Spagna (2,9%).

Il patrimonio vitivinicolo regionale rappresenta anche “una risorsa fondamentale in termini economici – rimarca Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – Da un lato ci sono le 3 mila imprese vitivinicole lombarde, che sono state capaci di attraversare anche i durissimi anni della pandemia salvaguardando l’occupazione e creando, nel corso degli anni, nuovi posti di lavoro. Oggi abbiamo 6.275 occupati stabili, il 17,6% in più rispetto a dieci anni fa, ai quali si aggiungono naturalmente decine di migliaia di stagionali e persone occupate nell’indotto. Dall’altro lato ci sono il turismo enogastronomico e il valore del settore in termini di marketing territoriale, che abbiamo già esplorato con l’Expo del 2015 e che dobbiamo sfruttare ancora di più in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026.

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