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La crisi energetica: i ristoratori e il vino
Torniamo a parlare di crisi energetica e di aumento di costi, questa volta nella ristorazione e nel commercio di prossimità. Non trovate il vostro vino preferito? Il pesce è arrivato a prezzi impossibili? Vi hanno oltraggiosamente aumentato la pizza di 50 centesimi e cambierete ristorante? A Roma c’è chi usa dire che i “bottegai” sono tutti ladri, oggi riferendosi un po’ a tutte le categorie di commercianti. Non si pensa mai, tuttavia, che anche loro hanno spese e, a volte, sono costretti a turni extra domenicali (a onor del vero, ai tempi del “chiuso nei festivi” sopravvivevamo lo stesso), magari a tenere le insegne accese la notte, ad aperture h24, e al rispetto di altre regole dettate da una folle concorrenza di cui una ventina di anni fa non si sentiva il bisogno e che non ha migliorato il commercio.
Liberalizzazioni e simili a parte, vediamo come la crisi energetica sta influendo su quegli esercizi che oggi sappiamo essere aperti ma domani?
Siamo a Roma, nel popolare quartiere di Centocelle dove, dagli anni Cinquanta, il Panificio Rossetti è diventato riferimento per un intero quadrante, allargando le sue vendite ad altri prodotti, tra i quali il vino. Alfonso Rossetti, titolare dell’attività, ci racconta la crisi da un punto di vista inedito, anticipando a un anno fa alcune problematiche che molti imputano al conflitto ucraino: “Le materie prime per la panificazione sono le farine e l’energia ma si parla poco dell’olio e del lievito che incide in misura non decisiva ma ha comunque un suo peso: è aumentato del 100%. C’è stata una escalation dei costi a partire dal novembre 2021, in tempi lontani dalla guerra in Ucraina. Tutti gli aumenti vengono ricondotti al conflitto ma questo non ha fatto altro che giustificare, alimentare e favorire una situazione già esistente. Ci sono materie prime che sapevamo provenire da altre nazioni, oltre alla produzione locale, e adesso ci dicono che arrivano tutte dall’Ucraina; è seccante dover mandare giù questa favoletta. C’è una speculazione vergognosa e l’energia almeno per noi è triplicata come costi. Per mia fortuna, ho sottoscritto un contratto a prezzo bloccato per gas ed elettricità che, ancora per alcuni mesi, mi darà una ‘salvata’ ma poi?” “Il mondo dei vini – continua – è un comparto in forte espansione. Nel mio caso, ho riscontrato una crescita a inizio pandemia, quando la gente ricercava vino di qualità ed è iniziato questo trend. Come operatore, segnalo che molte cantine sono rimaste senza vino. È seccante che aziende di alto livello non abbiano più vino, non lo dico solo per me ma per tanti altri miei colleghi.”
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Andrea dell’Omo
Di reperibilità difficile dei vini ci parla anche Andrea Dell’Omo, proprietario di Mamma Angelina, storico ristorante del quartiere Trieste-Salario: “Il discorso dei vini è paradossale, brand di lusso non sono reperibili sul mercato, i grandi champagne non ci sono. La mia interpretazione è che la pandemia ha prodotto questo problema, persone con i soldi hanno ulteriormente risparmiato, senza vacanze e spese dei figli, e annoiate hanno comprato vino di qualità. Questo ha prodotto un effetto domino, le aziende hanno scoperto che conveniva più vendere online che assegnare vino alle agenzie e così i nostri interlocutori sono rimasti senza questi brand. Io sono in difficoltà a reperire bottiglie di lusso e c’è una azienda con cui sono andato quasi in causa per ordini non rispettati e mancati sconti pattuiti: dopo un anno devo recuperare diversi soldi da loro. Così ci vanno di mezzo le agenzie perché manca la fiducia e interrompi i rapporti. Dovunque mi giri, accadono solo cose assurde.” “L’impatto dell’energia – sottolinea – è stato considerevole e improvviso. Tante aziende subiranno un colpo fatale. Ci si concentra sulle bollette ma gli aumenti hanno toccato ogni settore, anche quello enologico. Alcuni prodotti hanno fatto il 100% di aumento, il pesce dal 40% al 60% e un ristoratore ha problemi a recuperare questi costi. Che prezzi dovremo fare? Non so come se ne uscirà.”
Attraversiamo viale Somalia e andiamo nella vicina piazza Vescovio, da 30 anni casa dell’Excalibur Scottish Pub, gestito dai fratelli Curzi: Gianluca, Giada e Roberto. “Quello che penso non è pubblicabile – commenta Roberto Curzi – le bollette sono triplicate, nonostante la chiusura ad agosto. Per pagare l’energia mandi in arretrato altro, si intaccano i risparmi, si erode quanto hai messo da parte e piccole imprese rischiano di crollare. Lo Stato non lo sentiamo vicino, nonostante quello che abbiamo passato sotto pandemia. Ci sentiamo presi in giro. Siamo arrabbiati, l’inflazione cresce e gli aumenti dei prodotti non sono quelli che dicono in tv ma molto più alti. Come uscirne fuori? Se non si sbrigano a mettere mano all’energia saranno problemi. Sorvolo sulle altre tasse. Vogliono farci fallire?” “Al vino – chiude – c’è più attenzione e grande cultura. Una cosa non cambia: gli uomini nel mio settore preferiscono la birra e le donne il vino. Si vende il prodotto di qualità ma bisogna anche trovarlo.”
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Jun Ge
Terminiamo questo viaggio nella città eterna alla Sinosteria di Jun Ge, locale di Viale Marconi, a Roma, punto di riferimento per gli amanti della buona cucina e per gli appassionati dei vini naturali: “Energia, gas e carburante sono aumentati ma non puoi eliminare questi costi. Riguardo il vino, la scelta è ampia e puoi anche cambiare. Per fortuna esistono ottime bottiglie a prezzi contenuti nonostante la situazione e credo si andrà in questa direzione. Bisogna lavorare con queste persone. Basta con i furbi. Gli aumenti dovrebbero essere coerenti e giustificati ma non è sempre così. Mi spiego: vetro e tappi costano di più ma questo non può giustificare che una bottiglia subisca un aumento di 5 euro. Un’azienda con cui lavoro da tempo, dopo anni di prezzi costanti mi ha avvisato che avrebbe aumentato di 70 centesimi tutte le referenze; vista la qualità dei materiali e del prodotto ci sta che abbia deciso così e ci lavoro volentieri. Altri chiedono cifre assurde. A gennaio, arriverà la botta, tutti sentiremo gli aumenti. Chi mangiava fuori due volte alla settimana, uscirà ogni due settimane magari e tanto altro cambierà.”
Fosse che fosse che ‘sti “bottegai” non sono ladroni come si dice?