Rottensteiner, il vino sulla pietra rossa

Il vino come passione, ma anche come storia di famiglia, che si tramanda da generazioni. Due punti fermi, comuni a molti produttori che scelgono spesso di privilegiare la qualità a scapito della quantità, per mantenere una forte connotazione identitaria e territoriale.

A questa regola non fa eccezione Rottensteiner, dinastia da sempre legata alla viticoltura nella città di Bolzano. La storia parte con nonno Hans, che nel 1956 inizia a produrre e vendere vino sfuso; la svolta, che ha portato nel tempo a sviluppare il “family feeling” coniugando tradizione e modernità, avviene negli anni ‘80, quando il figlio Toni entra in cantina avviando la produzione di vini in bottiglia. Poi, agli inizi del nuovo secolo, l’ingresso dei nipoti Evi e Hannes, affiancato dalla moglie Judith, ha consolidato la mission aziendale.

Una scelta, fin dalle origini, di concentrarsi sulle caratteristiche proprie del territorio, che vede nel lagrein e nel Santa Maddalena le due varietà più importanti. I vitigni crescono sul terreno tipico dell’Alto Adige, il porfido: una pietra rossa (Roten Stein) che ha dato origine al cognome della famiglia e che dà vita alla mineralità dei vini, che presentano inoltre importanti sentori aromatici dovuti a un clima molto caldo in estate ma con forti escursioni termiche notturne sui pendii coltivati.

Sono cinque i masi che ospitano i vitigni Rottensteiner: ognuno ha un ruolo chiave per le diverse referenze dell’azienda, in virtù di esposizione, caratteristiche del terreno e altitudine. Gran parte del lavoro in vigna viene ancora oggi eseguito manualmente, per rispettare le esigenze di ogni singolo vigneto e operare in maniera attenta e selettiva durante la vendemmia, con evidenti benefici qualitativi.

Sono vini dal forte carattere e dall’importante identità, che vanno a comporre le tre linee principali della cantina. La gamma Classic presenta otto bianchi, un rosato e cinque rossi, di pronta beva e allo stesso tempo eleganti: c’è tutto il DNA di Rottensteiner. Si va dal Pinot al Müller-Thurgau, dallo Chardonnay al Moscato, fino ad arrivare al Gewürtzaminer e al Lagrein. Nella linea Cru la differenza è data dalla provenienza delle uve, da vigne pregiate tipiche altoatesine; quattro, in questo caso, le diverse referenze, tra cui spicca il tipico Schiava. La Select infine presenta una selezione particolare dei vigneti e una maturazione in barrique: quattro vini da invecchiamento, che danno il loro meglio in un arco di tempo più prolungato.

A chiudere la proposta di Rottensteiner troviamo il Cresta, un passito dorato e dolce, con note di buccia d’arancia, miele e frutta secca, nato dall’appassimento di uve gewürztraminer che crescono nei terreni del maso di famiglia Kristploner, il cui contratto originale di vendita del 1769 è anche riprodotto sull’etichetta.

Questo antico maso è stato oggetto di un’attenta e garbata ristrutturazione che ha dato luogo a tre appartamenti ricavati nel vecchio fienile, ognuno dei quali è situato su due livelli. Gli arredi sono caldi, essenziali e in linea con architettura, storia e fascino dell’edificio che li ospita.

Dai balconi, esposti a sud, la vista spazia sulle Dolomiti e sulla città di Bolzano. L’offerta, per gli ospiti che soggiornano al maso di famiglia, si completa con un curato giardino e con la vendita dei prodotti fatti in casa, come marmellate, sciroppi, succhi, tisane, erbe locali e verdure.

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