Storie di donne: Giovanna Romeo

In questo nostro viaggio nel mondo del vino declinato al femminile, non poteva mancare qualcuno che il vino, oltre ad amarlo ed assaggiarlo, lo racconta. Giovanna Romeo, master sommelier ALMA AIS e maestro assaggiatore ONAV, collabora con diverse testate ed è caporedattore di Vendemmie – Adnkronos Wine. Scopriamo insieme a lei come e perchè scrivere di vino oggi.

Da dove nasce la tua passione per il vino?
“Sono finita in questo mondo per caso. Fino ai 30 anni ero praticamente astemia, anche se quel poco che assaggiavo mi piaceva. Un’amica appassionata di vino mi faceva bere delle grandi bottiglie e per capirne qualcosa in più le ho proposto di fare un corso di avvicinamento. Non mi piace affrontare le cose senza avere un orizzonte futuro, quindi ho deciso di fare il corso di sommelier con FISAR. Da lì è stato un crescendo: ho fatto un master in degustazione e comunicazione e per approfondire la parte dell’assaggio ho frequentato anche ONAV. Ho chiuso il cerchio con l’anno di master sommelier ALMA AIS e il secondo livello come esperto assaggiatore ONAV.”

Come e quando tutto questo è diventato il tuo lavoro?
“Vengo da una formazione giuridica e continuo a portare avanti anche questa attività, seppur in modo marginale. Mentre studiavo di vino ho implementato di pari passo l’aspetto giornalistico. Prima della pandemia mi occupavo anche di formazione, con lezioni e serate di degustazione, ma ora sono che sono iscritta all’albo il giornalismo è la mia attività principale. Si lavora tutti i giorni, weekend compresi. Per fortuna anche mio marito è appassionato di vino, quindi capisce e mi sostiene e mio figlio ormai è abituato a passare le vacanze nei luoghi del vino. I reportage più belli li ho fatti d’estate, abbinando le vacanze al lavoro, anche se a volte è difficile considerarlo tale, visto che mi diverte sempre molto.”

Come si scrive di vino? Esiste una via femminile?
“Sul vino si è scritto e si è detto tanto, non è facile essere originali, anche se non sono tanti quelli che lo fanno davvero con conoscenza e competenza. Credo che il segreto molto banalmente sia scrivere bene. Con Vendemmie ci stiamo provando, legando il vino ad altri ambiti come l’arte, la cultura, il calcio, andando ad intercettare fasce diverse di pubblico. Oggi si punta molto sullo storytelling, sul racconto delle aziende, dei territori, cercando di essere trasversali, includendo aspetti come il cibo, le carte dei ristoranti, l’enoturismo. Bisogna trovare nuovi contenitori per un contenuto spesso già raccontato. Credo ci possa essere anche una narrazione al femminile, forse più romanzata, con un approccio meno tecnico e più raccontato.”

Hai incontrato ostacoli suo tuo percorso?
“Personalmente no. Se una donna è competente, grazie anche a quella sensibilità in più soprattutto nella degustazione dei vini, può fare la differenza. Mi rendo conto che ci sono occasioni ed eventi in cui la presenza femminile è ridotta: in ALMA ad esempio eravamo solo due donne su 15 partecipanti. Credo sia semplicemente una questione di numeri, non voglio pensare che ci siano discriminazioni e non le ho mai vissute in prima persona. Se si vogliono dare contenuti importanti, ci vuole passione ma soprattutto formazione: io ho alle spalle una preparazione solida e chi mi sceglie lo sa.”

Ci sono figure femminili che consideri un riferimento?
“Per la scrittura in generale, Camilla Baresani. Ho adorato il suo “Gli Sbafatori” e appena ne ho avuto occasione, ho frequentato un corso di scrittura creativa con lei. In realtà poi io mi sono sempre trovata più in sintonia con gli uomini. Mi piacciono molto Luca Sofri (con cui ho fatto formazione giornalistica), e Francesco Costa del Post ad esempio. Anche nel mondo del vino ho avuto direttori uomini importanti come Bruno Petronilli e Fabio Piccoli, che per me sono un punto di riferimento. Se dovessi citare una figura femminile che stimo in questo mondo, anche se rimane abbastanza di nicchia, direi senza dubbio Alessandra Piubello.”

La storia di una donna che vorresti raccontare…
“Una storia che mi incuriosisce è quella di Samantha Cristoforetti. Mi piacerebbe capire come questi talenti e queste eccellenze riescono a coniugare il sentimento materno con l’essere spesso lontani da casa, comprendere la forza di essere un genitore con un lavoro importante: è una cosa che sento molto. Nel mondo del vino, vorrei approfondire la conoscenza di quelle produttrici che lavorano soprattutto con il biologico e il biodinamico. Produrre vino è di per sè un lavoro complicato e farlo nel pieno rispetto della natura è ancora più difficile. Trovo che queste donne abbiano tanto coraggio, penso ad esempio a una figura come quella di Marilena Barbera.”

Un progetto che ti sta particolarmente a cuore.
“Ho una passione per i mercati: ci sono realtà importanti, al di là di quelle più conosciute come l’Italia e la Francia, sulle quali mi piacerebbe approfondire. Vorrei raccontare, come stiamo tentando di fare con Vendemmie, come funzionano l’import e l’export e come i nostri produttori possano arrivare su questi mercati. Abbiamo parlato ad esempio di Brasile e Singapore, ma ce ne sono tanti altri. È un aspetto che se spiegato bene e messo al servizio del consumatore anche meno esperto, può essere affascinante. C’è un mondo da raccontare e ci sono tante curiosità da scoprire.”

Quali sono i tuoi vini di riferimento?
“Sono fondamentalmente una “bianchista”, ma la mia vera passione è la Francia di Bordeaux e soprattutto il cabernet franc, del quale ho trovato espressioni interessanti anche in italia. Mi piace tanto anche la Franciacorta, un territorio che spesso e volentieri mi sorprende.”

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