Casa del dolce, 40 anni di golosità

Se oggi dovessimo immaginare una fattucchiera al Circeo, in grado di attirare i viaggiatori, non avrebbe il volto affascinante della maga Circe ma piuttosto il profumo di pane e dolci di una quarantennale attività locale: La casa del dolce.

Quando si passa davanti allo storico forno sanfeliciano è impossibile resistere all’aroma che si diffonde vicino l’ingresso; così, residenti, turisti e persone di passaggio cercano approdo tra pane e dolci del negozio di via Sabaudia.

Maria Loreta Pagani e la figlia Adelaide

Io e mio marito abbiamo aperto questa attività al Circeo nel 1979 – ricorda Maria Loreta Paganima siamo di Priverno. Da parte di mia madre siamo una famiglia di panificatori: i miei genitori inaugurarono il Vapoforno, la loro prima attività, nel 1950. All’inizio, qui al Circeo eravamo ‘piccoli’, producevamo pochi dolci casarecci, qualche bomba, pizza e pane; col tempo siamo cresciuti, come notorietà, metri quadrati del locale e prodotti e sono cresciute anche le nostre tre figlie che ci hanno affiancati nel lavoro.

Chi entra alla Casa del dolce torna bambino, non solo per la vasta scelta di golosità, dolci e salate, tra le quali scegliere ma anche perché i sapori sono rimasti quelli di una volta: chi è venuto qui da piccolo ritrova profumi, sapori e la qualità scoperta in gioventù.

 

Innocenzo Di Giorgio con le figlie Mariachiara e Emanuela

Innocenzo Di Giorgio, marito della signora Pagani, racconta questa eccellenza locale: “Abbiamo iniziato con i dolci casarecci della tradizione di Priverno o prodotti come la nostra Falia che qui chiamano pizza pane. Siamo partiti dalle nostre origini aggiungendo alcuni prodotti locali e arricchendo la scelta, per esempio, con le bombe, uno dei nostri punti di forza assieme all’alta qualità: come materie prime usiamo il meglio. Visto che siamo in periodo natalizio, ricordo che sforniamo tantissimi pandori e panettoni che vendiamo nella versione classica, frutti di bosco, cereali antichi e frutti rossi, pistacchio, uvetta cilena e rhum, marron glacé e cioccolato, fichi e cioccolato, e mandorlato solo uvetta.

La bontà è tanta ma anche la fatica e i sacrifici che non si vedono all’esterno: lavoro notturno, poche ore di riposo, turni fra il forno e il banco, la selezione dei prodotti di qualità, e, la sfida al Covid.

Anche se i casi a San Felice sono stati pochi – spiega Emanuela Di Giorgio, una delle figlie di Maria Loreta e Innocenzo – il Covid è una realtà e bisogna affrontarlo. Nel nostro settore non c’è stata una flessione eccessiva e l’ottima stagione estiva ci ha aiutati; grazie alla creazione di un sistema di controllo all’ingresso (numeri di prenotazione, divieto di assembramenti, obbligo di disinfezione e dispositivi di protezione) e alla velocità di servizio al banco non abbiamo perso clienti e siamo riusciti a non avere multe, cosa molto difficile quando ci sono molte persone fuori da un locale. Adesso, la sfida è ottimizzare il lavoro durante l’apertura e andare incontro alle differenti richieste che riceviamo per soddisfare la nostra clientela.

Un vecchio claim recitava “soddisfatti o rimborsati”. La seconda parola si può eliminare.

 

LA NOSTRA DEGUSTAZIONE

Abbiamo provato per voi due prodotti natalizi della Casa del dolce. Il panettone classico è quello cotto nello stampo alto e stretto. Moderatamente dolce, digeribilissimo (scordatevi l’acidità di prodotti simili), con una intensa e persistente nota di arancia data dai canditi. Una bollicina da dessert non troppo dolce è l’abbinata ideale, sicuramente più adatta di un passito che rischierebbe di coprire il sapore del panettone.

Tra i panettoni farciti, c’è quello ai frutti di bosco con farina ai cereali, ricoperto di glassa. Profumatissimo, estremamente morbido, questo prodotto andrà incontro anche ai gusti di chi non ama la glassatura; di fatto non è un panettone ma un ottimo dolce che si sposa perfettamente con un Brachetto d’Acqui o, per non allontanarci dal Lazio, con un Aleatico Di Gradoli.

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