Con Robi Jakomin alla scoperta dei vini del Carso

Carsia, Iulia Carsa, Kras, Cjars e Karst. Sono molti i nomi del Carso, l’altopiano che si estende fra Venezia Giulia (provincia di Gorizia e Trieste), Slovenia e Croazia. Abbiamo incontrato Robi Jakomin di Carso Kras Wine Club per fare conoscere ai lettori di oscarwine.it questo territorio anche dal punto di vista vitivinicolo.

ROBI JAKOMIN

Robi, parlaci delle realtà del territorio.
L’Associazione dei viticoltori del Carso raduna chi produce e imbottiglia vino. Poi, abbiamo creato la rete di impresa Carso Kras per promuovere il territorio e le cantine attraverso azioni strategiche e attività di comunicazione.”

Un esempio di queste attività?
La rete di impresa propone degustazioni con partner qualificati come Onav, Slow Food e Ais; grazie a queste collaborazioni lavoriamo trasversalmente con diversi soggetti del nostro mondo.

In particolare l’Onav.
Onav è sempre presente. Abbiamo scelto quattro città per presentate la viticultura del Carso con loro: siamo già stati a Milano il 24 marzo (con l’evento Vini di confine: la vitovska e gli altri vini artigianali del Carso) e a Roma il 7 aprile, mentre a maggio andremo a Brescia e Verona. Con Onav la serata è particolarmente tecnica, una degustazione di otto vini del nostro territorio: presentiamo ogni volta i quattro vitigni autoctoni malvasia, vitovska, terrano e refosco, cercando di alternare due produttori diversi per ogni uva.”

Cosa raccontano questi vitigni?
Apro sempre ogni incontro con la frase “quando il piccolo è bello“. La nostra è una viticultura che non fa grandi numeri e i nostri produttori hanno puntato sulle uve del territorio. La malvasia è arrivata dalla Grecia ma ormai cresce da secoli nelle nostre terre; terrano, refosco e vitovska sono produzioni esclusive del Carso. Parliamo di poche decine di migliaia di bottiglie, che però hanno raggiunto una dimensione internazionale.

Su che fasce di prezzo vi muovete?
I prezzi sono importanti e variano da azienda ad azienda. La Vitovska si  trova a non meno di 10 euro a bottiglia mentre le selezioni in cantina costano fino a 70 euro: parliamo di bottiglie che escono dall’azienda dopo cinque anni di affinamento. È un posizionamento medio alto, altrimenti non potremmo recuperare gli investimenti.

Parlaci del Carso.
È un territorio piccolo ma affascinante. Il nostro problema ma anche la nostra forza è che tutti i viticoltori hanno vigneti lontani tra loro: questo permette, in caso di grandinata, di salvare l’annata, perdi una vigna ma altri appezzamenti rimangono intatti. Tuttavia, muoversi da una zona all’altra è dispendioso in termine di tempo e soldi. Abbiamo due macro-zone, parte alta nell’entroterra dove c’è pietra carsica e rossa dove l’acqua piovana scivola in grotte sotterranee. Nella parte bassa, verso Trieste, troviamo la terra gialla.

Questi terreni cosa trasmettono ai vostri vini?
“È una terra adatta alla viticultura. La terra gialla cede molto alla vigna e i vini sono “cicciosi”, grassi, di grande longevità. Anche la terra rossa dà longevità ma i vini sono più eleganti. Sono tutte scoperte recenti, degli ultimi dieci anni. Nel Carso si lavora in un certo modo da non molto tempo, non sappiamo ancora quanti anni e quali vette potranno raggiungere i nostri vini. Adesso possiamo iniziare a parlare di 20 anni per le selezioni, poi vedremo.”

E noi di oscarwine saremo qui per raccontarvelo.

Photo credits: Robi Jakomin

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