San Silvestro, i sei punti delle bollicine di fine anno

Il veglione di San Silvestro è imminente e milioni di bottiglie di “bollicine” attendono di essere stappate. Vediamo qualche curiosità sul protagonista della mezzanotte più attesa dell’anno.

Come aprire una bottiglia di spumante correttamente? Cosa dice il galateo al momento di far saltare il tappo?
Sorvoliamo sull’attrezzatura varia che qualsiasi esperto potrebbe elencarvi, dal secchiello per bottiglie alla pinza per champagne, passando per il fazzoletto di stoffa bianco, i calici e il ghiaccio. A ognuno la sua la mise-en-place e andiamo sul lato tecnico. La temperatura dello spumante deve aggirarsi fra i 6 e gli 8 gradi centigradi per controllare la pressione dell’anidride carbonica concentrata nel collo della bottiglia ed evitare che la sua forza faccia schizzare via il tappo. Secondo il galateo, infatti, il botto è proibito. Ebbene sì: niente scoppio, nessun tappo in orbita, tipo rigore di Ciccio Graziani in Roma-Liverpool, nessun un fiume di preziose bollicine che esce a fontana dalla bottiglie bagnando i malcapitati sulla traiettoria. La prima operazione è la rimozione della capsula, le strade sono due: usare la lama del cavatappi oppure, nel caso la bottiglia la abbia, usare l’apposita linguetta di strappo orizzontale. Fatto questo, togliete la gabbietta assicurandovi con il pollice che il tappo non salti via all’improvviso (capita più spesso di quanto possiate immaginare); tenete fermo il sughero on una mano e fate ruotare lentamente con l’altra la base della bottiglia, inclinata a 45°. In questo modo, si sentirà solo un sibilo e il tappo non salterà via, evitando ferite lacero contuse o danni alla casa e al mobilio. Questo dice il galateo, ma niente vi impedisce un botto fragoroso e liberatorio, rispettando la tradizione di far rumore per allontanale gli spiriti maligni.

La gabbietta si chiama anche placchetta ed esistono collezionisti, è la cosiddetta Placomusophilie.

Il tappo dello champagne si chiama “a fungo”.

La classica bottiglia per le bollicine si chiama “champagnotta”, caratterizzata dal vetro spesso per resistere alla pressione dell’anidride carbonica e dal fondo a campana particolarmente pronunciato. A proposito di fondo, lo champagne Louis Roederer Cristal, nato per lo zar di Russia Alessandro II, si dice che abbia il fondo piatto e il vetro trasparente per evitare che qualcuno potesse nascondere nel fondo a campana un ordigno esplosivo per uccidere il sovrano russo.

Perché si mette il cucchiaino nello spumante?
Un tempo si diceva che il gas (CO2) a contatto con il freddo del metallo si preservasse, ma in realtà si tratta di una bufala. Con o senza cucchiaino (che qualcuno voleva addirittura d’argento, forse per reminiscenze horror?) non cambia niente.

Veniamo alla domanda che spesso sentiamo porre nelle enoteche: qual è la differenza fra champagne e spumante?
Lo scrittore Roberto Sironi, esperto di vini francesi, risponde così: “Gli champagne prevedono l’utilizzo di tre vitigni: Chardonnay, Pinot noir e Pinot Meunier. Gli spumanti italiani vengono fatti sicuramente con Chardonnay e Pinot Nero (è il caso del Trento Doc, dell’Alta Langa e del Franciacorta per capirci) ma nel nostro Paese non viene quasi mai coltivato il Meunier. La prima differenza è nel blend. La seconda differenza è che gli spumanti italiani possono essere fatti con il metodo classico – come lo champagne – detto anche “champenois” o seguendo il metodo italiano, chiamato Charmat o Martinotti. Altra differenza è la latitudine alla quale si produce: quella dello champagne è più alta della nostra, con situazioni climatiche che favoriscono una maggiore freschezza dei prodotti. Terminiamo con il terroir: in Francia c’è una forte componente di gesso che non ritroviamo nei nostri territori vocati alla produzione di bollicine. Ci sarebbe poi una componente storica ma il discorso si farebbe lungo.

Terminiamo con una nota personalissima. Noi di oscarwine preferiamo i botti dei tappi a quelli dei petardi che ogni anno creano difficoltà, spaventano e addirittura uccidono tanti animali, terrorizzati dalle esplosioni. Pensate anche a loro.

Buon San Silvestro a tutti.

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