Cristal, storia dello champagne nato per uno zar

Difficile a credersi ma in Russia, ai tempi degli zar e in seguito nel periodo dell’Unione Sovietica, furono applicate a più riprese le cosiddette “leggi secche” (o sobrie), rigide norme per contrastare l’alcolismo.

Parliamo di una storia nata ai tempi di Nicola II che, nel 1914, emanò un editto per proibire vendita e produzione di bevande alcoliche per evitare che i soldati impegnati nella Prima Guerra Mondiale si ubriacassero al fronte: la norma rimase in vigore con l’avvento del comunismo fino al 1925. Altri tentativi, rivolti al contenimento del fenomeno dell’alcolismo e tutti falliti, furono fatti nel 1958, nel 1972 e nel 1985 dietro indicazione di Michail Gorbačëv.

Analisi sociologiche ed economiche a parte, ci sono due storie curiose che riguardano la Russia e il consumo di alcol.  Leggenda narra che il “bere” sarebbe stato la pietra angolare sulla quale nacque la Russia ortodossa; nel 988, il principe Vladímir I di Kiev avrebbe deciso di convertirsi al cristianesimo perché non vietava il consumo di alcolici e sempre al nobile ucraino è attribuita la frase “La felicità della Russia sta nel bere”.

Veniamo adesso alla fine dell’Ottocento, quando in Russia, dal 2 marzo 1855 al 13 marzo 1881 regnò Alessandro II. Per lui, Louis Roederer, titolare dell’omonima Maison, ideò un nuovo champagne, lanciando, nel 1876, la prima “cuvée de prestige” che prese il nome di “Cristal”: una bottiglia realizzata interamente in cristallo, con l’etichetta color oro e, contrariamente alla tradizione, un fondo piatto e non a campana.

Si dice che, ai tempi, l’Inghilterra e la Russia fossero i maggiori consumatori al mondo di bollicine francesi e che lo Zar Alessandro II adorasse questo prodotto; alla sua corte ne venivano consumate mezzo milione di bottiglie ogni anno: un quarto della produzione totale della casa vinicola francese. La Maison avrebbe dunque omaggiato lo Zar con la creazione del Cristal, pensato anche per soddisfare una curiosa richiesta dell’imperatore: la sicurezza. Lo Zar aveva il terrore degli attentati (scampo a diversi tentativi di ucciderlo, prima di morire vittima di una bomba) e chiese alla Louis Roderer di creare per lui una bottiglia che fosse trasparente – probabilmente per individuare la presenza di eventuali veleni – e con il fondo piatto, perché in quello a campana un assassino avrebbe potuto nascondere un qualche tipo di arma.

La morte dello Zar e la Rivoluzione d’Ottobre furono un duro colpo per la Louis Roederer che si dedicò con più forze al mercato statunitense. Il rilancio della Maison dopo un periodo difficile avvenne nel 1932, grazie a un’intuizione della titolare Camille Olry-Roederer che decise di riportare sul mercato il Cristal, lo champagne dello Zar diventato l’icona che tutti conosciamo.

Photo credits: @emmanueletquentin · Champagne Louis Roederer

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