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Il sito di Chiara Condello, titolare dell’omonima Cantina di Predappio, si apre con una frase del poeta Franco Arminio: “Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, significa rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio…”

Prima di andare avanti con il racconto, facciamo un passo indietro, risalendo ai primi anni Novanta, quando Chiara trascorreva le giornate in vigna con Sergio, il nonno materno: “Sono cresciuta con lui e, involontariamente, ho assorbito le sue conoscenze sul vino, gli ho rubato il lavoro con gli occhi e, qualche volta, anche il volante quando uscivamo in trattore. Posso dire che sono cresciuta in vigna.”.
“Nonno – continua – era bravissimo per quanto riguarda la cura delle piante, meno abile nella vinificazione che avveniva in quella che, solo qualche anno prima, era una stalla. Il suo sapere, però, non è andato perduto.”
Un passo avanti verso altri sistemi del vino, Chiara lo ha fatto con papà Francesco che, appassionato di vino, la ha portata con lui nei suoi giri fra le cantine francesi e italiane: “È stato un periodo formativo, papà ha sempre amato il buon vino, affascinato da realtà vitivinicole importanti. Il viaggio fra le cantine ha avuto come traguardo la creazione di una sua personale azienda, fondata nel 2001, prima dedicata alla produzione (Sangiovese, Merlot e Chardonnay) e poi anche all’ospitalità.”

Negli statuti di Predappio del 1383 c’erano leggi sulla gestione delle vigne, le potature, le raccolte, i bandi di vendemmia e gli obblighi sulla commercializzazione: una terra votata al vino. Così, Chiara ha acquistato quattro ettari di terra già coltivati a Sangiovese che i proprietari stavano dismettendo, gettando le basi per la sua cantina. I vini che oggi produce sono due, il Predappio classico, ottenuto con uve provenienti da tre terreni diversi per tipologia e altitudine, e Lucciole, un cru. “In azienda – sottolinea – faccio tutto io. La cantina è nata nel 2015 e, anno dopo anno, ho cercato di migliorare il prodotto e me stessa, di allargare le mie conoscenze della materia: mi sono anche iscritta alla facoltà di Enologia ma non ho tempo nemmeno di respirare e non riesco a studiare per gli ultimi pochi esami che mi mancano!”

Soddisfatta? “Assolutamente no: c’è tanto ancora da fare.”
“Inserirsi in un contesto contadino storico non è stato facile e la mia giovane età non mi ha aiutata. Adesso, lavoro a un percorso di crescita, a curare la terra e migliorare la vigna per esprimere il meglio che il Sangiovese può dare a Predappio.”
 
 			  
 			 
 
		 
		 
		 
		 
		 
		