A Modena 600 modi diversi di dire Champagne

Si è conclusa da pochi giorni la quarta edizione di Modena Champagne Experience, dove oscarwine ha incontrato degustatori, giornalisti e appassionati, raccogliendo le loro impressioni.

Erano presenti 121 maisons per 600 referenze in degustazione, numeri notevoli a cui vanno aggiunti 65 tra importatori e distributori: un importante momento di incontro, approfondimento e conoscenza, ancora più atteso dopo la pausa forzata dello scorso anno a causa del lockdown.

Il padiglione A della Fiera di Modena ha accolto la Champagne, organizzando una suddivisione della maisons per zone: Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Aube oltre ad una sezione dedicata alla aziende classiche in cui spiccavano i nomi di Louis Roederer, Charles Heidsieck, Pol Roger, Bruno Paillard e molti altri.

Un percorso guidato che ha rappresentato per il visitatore sicuramente una bussola di orientamento importante all’interno di un evento molto dinamico. Altra nota di rilievo è stato il catalogo, graficamente ben progettato e a disposizione gratuitamente di tutti i visitatori: un diario su cui appuntare note di degustazione e allo stesso tempo una mappa per navigare piacevolmente in un mare di bolle.

Abbiamo avuto occasione di incontrare diversi produttori come Pierre Trichet – siamo a sud di Reims – che ci ha dedicato quasi un’ora di degustazione per raccontarci la storia della sua maison; abbiamo anche ammirato le sue etichette che trasmettono la personalità di Pierre, il legame con suo padre, la terra e la sua infinita passione per il vino, così come Guiborat, in quel di Cramant in piena Côte des Blancs, che con il Prisme 16 ci ha davvero folgorati: una bevuta profonda, piena e dalla lunghissima persistenza.

Ma è in Côte des Bar dove, probabilmente, si “degusta” più fermento: Pierre Gerbais ci ha intrigati con la sua bollicina 100% pinot bianco (anche Trichet ci ha fatto degustare la sua versione), facendoci assaggiare tutta la sua produzione: una linea coerente, frutti e aromaticità dati dal terroir, un calore che appaga ogni angolo della bocca (e, aggiungiamo, nuove etichette “fotoniche”). Da Nicolas Maillart, piccolo ma storico Récoltant Manipulant di Écueil, era purtroppo assente il produttore ma gli addetti ai lavori hanno condotto una degustazione da dieci e lode.

Tra le aziende più famose infine, De Sousa si conferma (verrebbe da dire come sempre) uno dei grandissimi di tutta la Champagne mentre tra i produttori emergenti La Borderie in Côte des Bar ci ha piacevolmente stupiti nonostante la giovane età dell’azienda, fondata nel 2013.

Nel complesso Modena Champagne Experience dimostra un enorme potenziale probabilmente ancora da esplodere, ma a nostro avviso bastano davvero pochi aggiustamenti per renderlo un appuntamento da non perdere nel panorama italiano delle fiere del settore.

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