Aurélie Cheveau e i magnifici 22 di Pouilly-Fuissé

La giovane Aurélie Cheveau è da pochi mesi il nuovo Presidente dell’Associazione Produttori di Pouilly-Fuissé. Succede a Frédéric Marc Burrier, il tenace e determinato vigneron che nel corso dei suoi 17 anni di mandato ha conquistato il riconoscimento del rango di Premier Cru per ben 22 climats della denominazione, traguardo che accresce il prestigio dell’intero Mâconnais, unica regione vinicola della Borgogna a non annoverarne precedentemente. Durante la Seconda Guerra Mondiale quest’area si posizionava infatti oltre la linea di demarcazione della zona presidiata dalle truppe di invasione tedesche e i viticoltori locali, occupati nella resistenza, si guardarono bene dal rivendicare le classificazioni introdotte tra il 1938 e il 1943 nei territori occupati.

Siamo andati a incontrare Aurélie nella tenuta di famiglia a Solutré-Pouilly per conversare con lei sulle sfide e sulle opportunità che contrassegnano il suo prestigioso incarico.

L’Atrium (Solutré-Pouilly)

Impatto dei Premier Crus sulla denominazione, sui produttori, sui prezzi e sul territorio.
“Quando abbiamo iniziato il percorso di certificazione con l’INAO nel 2010, la mentalità dei viticoltori non era la stessa di oggi. All’epoca molti di loro non credevano nel successo dell’operazione e ora sono i primi difensori dei nostri terroirs: hanno compreso che Pouilly-Fuissé non teme il confronto con la Borgogna più mitizzata perché annovera climats altamente qualitativi da promuovere ogni giorno con orgoglio e passione. Dieci anni di lavoro spalla a spalla hanno inoltre contribuito a cementare lo spirito di squadra, a incentivare il confronto costruttivo e a traguardare la scrupolosa valorizzazione dei propri appezzamenti. Disponiamo da sempre di terroirs eccellenti, ma tocca a noi valorizzarli se vogliamo guadagnarci la reputazione della Côte de Beaune o della Chablisienne e il rinnovamento in corso sta stimolando con efficacia questo salto di qualità. A ciò dobbiamo aggiungere i vincoli che ci siamo creati da soli, primo tra tutti il divieto dei diserbanti in tutti i Premier Crus: è un impegno apparentemente irrisorio, ma che implica una vera e propria rivoluzione nei campi e nella gestione dell’inerbimento. Proprio quest’ultima annata si è rivelata tra le più complicate nel controllo delle graminacee infestanti che, soprattutto nei periodi di pioggia, hanno complicato il lavoro dei terreni, obbligando anche i vignerons contrari agli interventi in vigna a diserbare. A fronte di queste condizioni di produzione sempre più difficili, se vogliamo raggiungere obiettivi ambiziosi dobbiamo porci le domande corrette e innescare tutti quei processi virtuosi in grado di salvaguardare l’ambiente e mantenere vivi i nostri suoli. Investimenti così onerosi a sostegno della crescita qualitativa produrranno inevitabilmente un leggero ritocco al rialzo del prezzo delle etichette. La questione dei prezzi è peraltro ancora aperta e al momento ci sono ancora pochi Premier Crus in vendita per avventurarci in stime e comparazioni. Personalmente ritengo ragionevole un posizionamento superiore di circa 30% rispetto agli altri Poully-Fuissé, ma spetterà a ogni singola cantina stabilire la propria politica commerciale, anche in linea con il parallelo incremento del valore dei propri terreni. Dal punto di vista turistico, la regione è già da diversi anni molto dinamica nella promozione delle nostre attrazioni naturali, prime tra tutte la Rupe di Solutré – al centro di un eccezionale complesso paesaggistico classificato “Grand Site de France Solutré-Pouilly-Vergisson” – e gli 800 metri di gallerie fossili sotterranee che si dispiegano dalle vicine grotte preistoriche di Azè. L’interesse crescente sulla nostra denominazione e l’imminente inaugurazione della Cité des Vins et des Climats de Bourgogne a Mâcon non potranno che contribuire all’aumento esponenziale dell’afflusso di visitatori. La stessa città di Mâcon si sta dotando di moderne sistemazioni alberghiere e ristoranti di livello con l’ambizione di trasformarsi da cittadina di passaggio a meta turistica per il fine settimana e in prospettiva per le vacanze estive.”

Strategie marketing dell’Associazione Produttori.
“La nostra comunità non ha mai adottato particolari strategie marketing e non ci interessa nemmeno nel prossimo futuro. Ci riteniamo fervidi appassionati del nostro lavoro e continueremo a promuovere la nostra produzione puntando principalmente sugli elevati standard qualitativi che da sempre ci consentono di primeggiare nel Mâconnais, consapevoli delle grandi aspettative che la singolare conformazione geologica delle due suggestive Roches genera nell’immaginario collettivo di tutti i cultori del buon vino. Il nostro principale biglietto da visita resta la reputazione guadagnata anno dopo anno che rafforziamo con l’innato piacere di accogliere in ogni cantina o presso L’Atrium (il negozio ufficiale dell’Associazione Produttori) gli amici enoturisti per consigli, degustazioni e acquisti. Stiamo peraltro ultimando la stesura di una mappa aggiornata della superficie vitata che enfatizza i 22 climats Premier Cru e agevola la comprensione delle poliedriche sfaccettature del nostro terroir. Continueremo inoltre a dedicare tempo alla comunicazione digitale per garantire agli utenti del web informazioni aggiornate, efficaci e di agile consultazione. La Cité des Vins et des Climats rappresenterà infine una straordinaria opportunità per presentare al mondo i nostri Premier Crus e, accantonata qualche titubanza iniziale legata ad aspetti logistici, abbiamo sposato il progetto e vogliamo esserne attori protagonisti.”

Domaine Cheveau – cave

Azioni concrete per fronteggiare i crescenti disagi causati dai cambiamenti climatici.
“Siamo reduci da una delle stagioni più fredde e piovose degli ultimi vent’anni, funestata da terribili gelate e violente grandinate. Questi cambiamenti brutali del clima che negli scorsi anni hanno visto aumentare a dismisura anche ventosità e siccità sono senza dubbio riconducibili al riscaldamento globale. Sono convinta che, come noi esseri umani, anche la vite abbia una memoria e si stia adattando a sua volta al cambiamento. Eventi incontrollabili a parte, saremo costretti vigilare con maggiore meticolosità e ciò implicherà ulteriore pressione sul nostro già complicato lavoro. Per quanto riguarda i metodi di lotta ai fenomeni estremi, quest’anno abbiamo creato un comitato tecnico e iniziato a effettuare test con le candele antigelo, ma l’improvvisa ghiacciata di inizio aprile ci ha preceduto impedendoci di completarle. In Borgogna qualcuno spinge per sperimentare nuove varietà più resistenti, ma Pouilly-Fuissé è sinonimo di Chardonnay e sinceramente non vedo quale altro vitigno possa esprimere così bene l’anima del nostro terroir. Ritengo che per il momento la soluzione migliore resti quella di adattare di volta in volta e per tempo le metodologie più efficaci a fronteggiare gli eventi che caratterizzano lo sviluppo di ogni singola annata.”

Protagonismo femminile, dalla leggendaria Jeanne Ferret a Aurélie Cheveau.
“Il protagonismo delle donne nel mondo del vino si sta estendendo a macchia d’olio e la significativa partecipazione femminile nell’evoluzione di Pouilly-Fuissé rappresenta un fiore all’occhiello per la denominazione. Dal canto mio, sono orgogliosissima del ruolo di Presidente dell’Associazione e ancor di più di essere la prima Presidente donna della nostra storia. Il raggiungimento di posizioni di primo piano rispecchia certamente la grande rivoluzione in corso, ma non dimentichiamo che le donne hanno sempre avuto un peso importante nel mondo della viticoltura e, se escludiamo la generazione in cui furono costrette a lavorare fuori per supportare l’economia familiare, sono sempre state a fianco dei propri mariti nell’industria del vino. Ricordo che ai tempi dei miei nonni quasi tutte lavoravano in vigna e conosco tantissime viticoltrici che non hanno nulla da invidiare agli uomini anche nello svolgimento delle attività agricole fisicamente più impegnative.”

Beauregard

Nuove generazioni e impronta stilistica dei Pouilly-Fuissé del futuro.
“La nuova generazione si troverà innanzitutto a fare i conti con la pressione della società sulla conservazione dell’ecosistema che il cambiamento climatico impone. Spesso i media ci accusano di inquinare il territorio con pesticidi e trattamenti chimici, ma la verità è che già da parecchi anni lavoriamo i nostri appezzamenti nel totale rispetto della natura. Tutti i nuovi viticoltori stanno prendendo coscienza del valore imprescindibile della sostenibilità ambientale e stiamo assistendo a una rinascita della coltivazione del suolo, con un numero crescente di produttori convertiti all’agricoltura biologica. Abbiamo ridotto il numero di trattamenti e non lavoriamo più come vent’anni fa, quando si poneva poca attenzione a proteggere noi stessi e i nostri vigneti. I giovani sono inoltre più disponibili al confronto, sia tra di loro sia con l’Associazione Produttori, e ciò favorisce la crescita collettiva nel segno di una dinamica evolutiva condivisa. E ancor più dei predecessori si rendono conto dell’importanza e della visibilità di un marchio come Pouilly-Fuissé, conosciuto e apprezzato in ogni parte del pianeta: io stessa ho compreso fino in fondo tutta la sua forza partecipando agli incontri del nostro Consiglio di Amministrazione.”

Nel corso della simpatica chiacchierata, abbiamo avuto modo di assaggiare la pregevolissima batteria dei Pouilly-Fuissé del Domaine Cheveau. Tra questi ci ha particolarmente colpito la selezione Au Buchot, un vino di notevole finezza e complessità che sfodera nel calice un caldo bouquet di albicocca, miele d’acacia e crème brûlée, impreziosito dal morbido sorso fruttato e dal lunghissimo finale salino. Dalla vendemmia 2020 l’etichetta potrà fregiarsi della dizione Premier Cru e modificherà l’attuale nome in Pouilly-Fuissé 1er Cru Pouilly.

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