Il Giro d’Italia sulle strade del Brunello

Archiviato un Benvenuto Brunello in presenza all’insegna di numeri da record sul fronte del mercato – le annate 2015 e 2016 hanno registrato un balzo del 38% rispetto allo stesso periodo del 202o – Montalcino si appresta ad accogliere il Giro d’Italia a 11 anni dall’ultimo passaggio nella cittadina toscana. Abbiamo incontrato Nando Aruffo, firma storica del Corriere dello Sport, uno dei decani della corsa rosa, per parlare del ritorno del grande ciclismo tra le colline del Brunello.

NANDO ARUFFO

Nando, raccontaci dell’ultima volta in cui i girini sfrecciarono nel borgo medievale toscano.
“15 maggio 2010: a Montalcino, quel giorno, vivemmo una delle tappe più belle per noi spettatori e più difficili per i corridori. La pioggia sui terreni ghiaiosi – i famosi sterrati – causò diverse cadute: ne pagarono le conseguenze più di tutti Vincenzo Nibali e Ivan Basso, compagni di squadra nella Liquigas, scivolati sul fango insieme ad altri due corridori del loro team. Vinse l’allora campione del mondo Cadel Evans, secondo un fantastico Damiano Cunego. Con la caduta, Nibali perse la maglia rosa a beneficio di Vinokourov.”

Che ricordi hai dell’ospitalità e del vino di Montalcino?
Ospitalità eccellente, vino…di più. Gli organizzatori locali ci regalarono una bottiglia a testa ed è ovviamente uno dei ricordi più apprezzati.”

Sei un appassionato di vini? Cosa preferisci bere?
“Sì sono un appassionato di vini. Preferisco i rossi ai bianchi. Sono stato viziato dai miei cognati della Sardegna che vinificano Cannonau. Non disdegno i rossi frizzanti come la Freisa piemontese e il Lambrusco, ma solo con il culatello, come consigliato da Vittorio Adorni, parmense doc e campione del mondo di ciclismo a Imola ’68. Poi, essendo abruzzese, Montepulciano e, col pesce, più pecorino che trebbiano.”

FOTO DI FABIO MUZZI

Domani si correrà da Perugia a Montalcino. Presentaci la tappa a modo tuo.
Tappa non lunga che sarà decisa dai tratti di sterrato. È più breve di quella di undici anni fa. Allora si partiva da Carrara per arrivare a Montalcino dopo 220 chilometri; quest’anno 162 chilometri da Perugia. Ci saranno quattro settori di sterrato per un totale di 35 chilometri. Probabilmente il tratto più impegnativo potrà essere il primo: 9 km, la maggior parte in discesa dal bivio di Montalcino a Buonconvento. Il più lungo è il secondo (km 13.5) verso il Passo del Lume spento. Il percorso è spettacolare, spero per i corridori che non ci sia pioggia e che auto e moto stiano a debita distanza da loro per non soffocarli con le nuvole di polvere. Un’altra considerazione non agonistica: quando si riparte dopo il giorno di riposo è un momento difficile per tutti i corridori. Non sono escluse sorprese, chi vorrà vincere il Giro non potrà arrivare in ritardo.

Il 20 maggio, la corsa ripartirà da Siena da dove mancava dal 1986. Con l’occasione sarà omaggiata la memoria del grande Alfredo Martini. Che ricordi custodisci di lui?
Molti ricordi e tutti emozionanti. Tra i tanti mi piace ricordare la sua disponibilità: trattava tutti i giornalisti allo stesso modo, con particolare attenzione ai giovani che cominciavano a percorrere i primi passi della professione. Un personaggio unico. Non a caso, è stato uno dei pochi a mettere d’accordo Gimondi e Motta, Moser e Saronni, Bugno e Chiappucci. Hanno fatto bene gli organizzatori del Giro a disegnare il percorso da Siena a Bagno di Romagna passando per la sua città, Sesto Fiorentino. Nei prossimi giorni, si brinderà anche alla sua salute.”

Sei impegnato in un nuovo progetto, Sportopolis. Di cosa si tratta?
Sportopolis nasce da un’idea di una geologa che, girando il mondo, scopre la passione di raccontare i suoi viaggi e, nei racconti, di diventare giornalista. Si chiama Chiara Aruffo ed è stata lei a convincere il papà giornalista (in un primo momento dubbioso e riottoso) a registrare in tribunale la testata Sportopolis. Il sito internet è tutto merito di mia figlia: dalla grafica all’impostazione delle notizie. Sportopolis rivolge il suo sguardo agli sport olimpici e paralimpici. Ha scelto di prendere spunto dalla cronaca per andare alla scoperta delle discipline e degli sportivi non convenzionali: l’ultra-maratoneta, l’appassionato di uno sport virtuale, l’iniziativa sportiva legata a manifestazioni di beneficenza. Un settore particolare è riservato alla segnalazione di libri e di film sportivi curata da Luigi Marchitelli, il grafico che ha ideato la testata. Stiamo seguendo tutti gli sport che verranno disputati a Tokyo. Una rubrica simpatica – e comunque figlia della cronaca – è la corrispondenza tra Maria e Salvatore nata dalla felice ispirazione del professor Gaetano Borrelli, sociologo e, fino a un paio di mesi fa, ricercatore per l’ENEA.”

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