La degustazione: i vini di Villa della Torre

A qualche settimana dalla rivoluzione in casa Allegrini che vedrà Marilisa “Lady Amarone” Allegrini gestire assieme alle figlie Caterina e Carlotta Mastella le realtà alle quali erano più legate prima della divisione delle cantine del gruppo, oltre al vigneto che permetteva di produrre il Palazzo della Torre, abbiamo degustato alcuni vini della loro azienda Villa della Torre.

Sul Garda, Villa Della Torre ha riservato dieci ettari alla produzione di uve Trebbiano di Lugana, conosciute anche come Turbiana. Il Lugana 2021 Doc si presenta con un colore giallo paglierino brillante con riflessi dorati. Al naso, l’intensità prevale sulla persistenza: si percepisce una bella nota minerale iniziale che lascia il posto a sensazioni agrumate che si ritrovano nella retrogustativa, assieme a una delicata nota di frutta secca.

Al palato, invece, il vino è molto lungo, grazie a una bella acidità. La freschezza è sicuramente il suo punto di forza mentre l’alcol, nonostante si parli della sesta annata più calda dal 1800 ad oggi, è stato sapientemente tenuto a bada. La “classica” bottiglia che finisce fin troppo velocemente.

Veniamo al Valpolicella Classico Superiore 2020 Doc. Le uve Corvinone (70%), Corvina e Rondinella vengono fatte fermentare in acciaio inox prima di un affinamento di dodici mesi in botti di rovere e altri sei in bottiglia. Alla visiva, il biglietto da visita è stato un aranciato trasparente che non sempre si trova aprendo queste bottiglie;  invece al naso e al palato abbiamo ritrovato le caratteristiche tipiche di questo prodotto: dai frutti di bosco a una bella speziatura. I tannini? Vellutati, setosi.

Per quanto riguarda l’Amarone della Valpolicella Classico 2019 Docg, ci ha fatto piacere trovare un prodotto equilibrato, classico, lontano dai gusti di una parte del mercato che vorrebbe questa tipologia di vino più rotonda e piaciona. Il colore è un bel granato elegante cupo, intenso: inutile tentare di guardarci attraverso. L’uso del legno è stato centellinato perché non si sentono stucchevoli note di vaniglia o sentori eccessivi, invadenti; si parte da belle note di frutta rossa matura, soprattutto ciliegia, per poi apprezzare del tabacco dolce e leggere sensazioni dolci e di cuoio.

Quello che sfugge ma si ritrova alla gustativa è una sfumatura di liquerizia che, invece, esplode al primo sorso. Intenso e persistente, questo vino ha sulla carta d’identità anche 16 gradi di alcol che danno personalità all’Amarone pur non risultando coprenti. Una bottiglia che si può bere tranquillamente anche lontano da un pasto.

In finale, tre vini ben fatti da Villa della Torre, prodotti piacevoli che denotano un buon lavoro in cantina, soprattutto per le annate più calde, e nessun eccesso, tranne il gusto.

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