Mâconnais, Borgogna del sud alla ribalta mondiale

La più meridionale delle aree vinicole della Borgogna è adagiata sulle pendici del Massiccio Centrale nel sud-est del Saona e Loira, dipartimento a sua volta incastonato tra la Côte-d’Or a settentrione, il Giura e l’Ain a oriente, il Rodano e un tratto di Loira a sud, l’Allier e il Nièvre a occidente. La viticoltura locale vanta una storia millenaria e pare che le tribù galliche producessero vino già qualche secolo prima della conquista romana avvenuta nel primo secolo d.c.

Il fondamentale impulso qualitativo va indubbiamente riconosciuto alle comunità religiose delle fiorenti abbazie di Tournus e Cluny che nel corso del medioevo, beneficiando di particolari protezioni in quegli agitati secoli di guerre feudali, poterono sperimentare e sviluppare nuove tecniche di allevamento e vinificazione. Non solo, i monaci classificarono i vari vigneti in funzione della qualità del terroir, introducendo già all’epoca il concetto di ‘cru’ che delimita gli appezzamenti contraddistinti da una specifica identità. Regno incontrastato dello chardonnay che viene coltivato su 85% dell’intera superficie vitata pari a circa 7.000 ha., il Mâconnais immette oggi sul mercato un quarto della produzione regionale e si distingue per l’encomiabile rapporto qualità/prezzo delle sue bottiglie.

Roche de Solutré

La denominazione Mâcon è la più diffusa sul territorio e contempla tre differenti disciplinari: la semplice dicitura Mâcon per i vini bianchi, rosati e rossi realizzati nelle zone meno pregiate; le insegne Mâcon seguite dal nome di 26 comuni caratterizzati da terroir molto vocati (Mâcon-Pierreclos e Mâcon-Bussières, citando a titolo di esempio un paio di etichette note) per versioni superiori sia bianche che rosse a base di pinot noir e/o gamay; la dizione intermedia Mâcon-Villages per vini bianchi da uve di appezzamenti siti in due o più dei suddetti borghi. Le cinque grandi ‘appellations’ comunali rigorosamente ottenute da uve chardonnay in purezza sono invece Viré-Clessé, Pouilly-Loché, Pouilly-Vinzelles, Saint-Véran e la formidabile Pouilly-Fuissé. La prima lambisce la valle della Saona a metà strada tra Tournus e Mâcon, mentre tutte le altre sono dislocate nell’estremo sud del territorio intorno alla suggestiva Roche de Solutré.

L’anno scorso il Comitato nazionale per le denominazioni d’origine ha approvato il riconoscimento dell’ambìto status di Premier Cru a ben 22 climats della AOC Pouilly-Fuissé, traguardo che accresce il prestigio internazionale dell’intero Mâconnais, unica regione vinicola della Borgogna a non annoverarne precedentemente. Sull’onda dell’entusiasmo generale anche la confinante denominazione Saint-Véran ha avviato intensi lavori di ricerca e selezione per intraprendere un analogo percorso di certificazione. La Côte Mâconnais enumera infine anche una ampia produzione di etichette meno rinomate che ricadono nelle più generiche denominazioni Bourgogne Aligoté, Bourgogne Chardonnay, Bourgogne Pinot Noir, Bourgogne Passetoutgrains (da uve gamay), senza dimenticare la variegata gamma dei freschi e spumeggianti Crémants de Bourgogne.


Le cantine imperdibili

Les Héritiers du Comte Lafon – Milly-Lamartine

COMTE LAFON

Nel 1923 l’avvocato Jules Lafon fonda la Paulée de Meursault, un grande pranzo celebrativo di fine vendemmia in cui ogni anno il sindaco premia un neolaureato con un centinaio di bottiglie offerte a rotazione da un produttore locale, e negli anni successivi lascia la professione per dedicarsi solo ai vigneti di proprietà. Il nipote Dominique assume le redini del Domaine nei primi anni ottanta e, grazie a un’eclettica visione personale, introduce tecniche di agricoltura biologica che cesellano l’eleganza e la complessità dei già rinomati vini aziendali. Intuendo le enormi potenzialità del Mâconnais, nel 1999 intraprende una nuova avventura a Milly-Lamartine e progressivamente acquista in zona ben 26 ettari che gli consentono oggi di spaziare su tutte le principali denominazioni, sempre interpretate con lo stile raffinato e verticale perfezionato nella Côte d’Or.

Perfino i più semplici ed immediati Mâcon Villages, Mâcon Prissé e Mâcon Milly-Lamartine colpiscono per l’inusuale fragranza floreale e le fresche note limonose, mentre il Mâcon Uchizy “Les Maranches” conquista il palato con generosi sapori di miele d’acacia e frutta gialla. Le tre cuvée Mâcon più prestigiose della batteria – Bussières “Le Monsard”, Chardonnay “Clos de la Crochette” e Milly-Lamartine “Clos du Four” – salgono in cattedra grazie alla speziata mineralità che intarsia i deliziosi bouquet di fiori bianchi, pera, nocciola e iodio, profumi pronti a riemergere nel più agrumato e burroso Saint-Véran. Se il formidabile Viré-Clessé ammalia per la satinata carnosità e i carezzevoli sentori di fiori d’arancio, frutta bianca croccante e mandorla tostata, il Pouilly-Fuissé è una piccola gemma enologica: rotondo, untuoso e concentrato, ma allo stesso tempo minerale e affilato come la lama di un rasoio, si apre su freschi aromi di gelsomino, pompelmo, mela cotogna e pesca gialla che man mano sfociano in penetranti ricordi di selce, iodio e caramello.

Domaine Saumaize-Michelin – Vergisson

SAUMAIZE-MICHELIN

I coniugi Christine Michelin e Roger Saumaize sono maestri nel catturare l’anima minerale di Vergisson e trasmetterla ai loro tredici vini, robusti e concentrati ma allo stesso tempo taglienti e cristallini. Dediti a un’agricoltura biodinamica, vinificano separatamente le uve raccolte a mano nelle singole parcelle di proprietà, dopodiché procedono a una soffice pressatura e il giorno successivo al trasferimento del liquido depositato nelle botti di fermentazione e affinamento. Più di metà delle etichette sono targate Pouilly-Fuissé e condensano il vertice della produzione aziendale, ma anche le altre denominazioni locali sono degne di plauso e attenzione.

Il Mâcon-Villages è un bianco piacevolissimo dai freschi profumi di fiori d’arancio e mela verde, decisamente meno complesso del Mâcon-Vergisson Sur la Roche che aggiunge nel calice note agrumate di frutta gialla e una bella sapidità finale. I due Saint-Véran si rivelano più strutturati e impegnativi: alla delicatezza del bouquet floreale del Village risponde il frutto croccante e la luminosa mineralità della cuvée Les Créches. Il nome Pentacrine del primo Pouilly-Fuissé della batteria evoca un piccolo fossile a forma di stella della famiglia crinoidea disseminato nei vari climats che contribuiscono a questa tagliente e minerale cuvée dai fragranti profumi di pesca e mela verde.

Il Pouilly-Fuissé Vignes Blanches si snoda invece su una trama setosa ed equilibrata da una balsamica nota salina che ritroviamo tra i sapori concentrati di frutto della passione e limone candito del sobrio e carnoso Pouilly-Fuissé Les Courtelongs, nonché nel rotondo e satinato Pouilly-Fuissé Les Ronchevats, la cui potenza coniuga aromi di mela cotogna, pera matura, scorza di agrumi e pane caldo. La straordinaria verve rocciosa del cru più emblematico di Vergisson condensa nel Pouilly-Fuissé 1er Cru Sur la Roche una materia di impressionante consistenza e luminosità, impreziosita dal generoso bouquet di caprifoglio, mela selvatica, albicocca, mandarino e ananas.

Glia altri due Pouilly-Fuissé 1er Cru, La Maréchaude e Les Crays, esprimono a loro volta una straordinaria complessità aromatica: sentori di fiori bianchi, kiwi e papaya si fanno strada nel primo tra note burrose e vanigliate, mentre la seconda cuvée spazia dai profumi balsamici di nepitella e liquirizia a quelli fruttati di melone e pompelmo sopra un raffinato tappeto minerale. Da assemblaggio di barriques di quattro differenti climats, il Pouilly-Fuissé Ampélopsis si presenta con un colore dorato che ne rivela il più prolungato affinamento e la profondità strutturale, in cui gli aromi di albicocca, miele d’acacia e crosta di pane rinvengono in bocca ingioiellati da reminiscenze minerali di sale e grafite. Nella gamma trova spazio anche un rosso da uve gamay in purezza, il Mâcon Rouge Les Bruyères, caratterizzato da polpose sensazioni di prugna matura e frutti di bosco.

Domaine J.A. Ferret – Fuissé

FERRET

La storia della famiglia Ferret affonda le radici in questo territorio fin dai primi del Settecento e la tenuta fu ufficialmente inaugurata nel 1840. L’ultima discendente Colette ha ceduto l’attività alla storica Maison Jadot nel 2008, ma la conduzione tecnica è rimasta saldamente in mano alla preparata e minuziosa enologa Audrey Braccini che può così proseguire l’opera delle sue predecessore. Fedele ai dettami stilistici e alla filosofia produttiva della grande innovatrice Jeanne, il suo impegno è volto a magnificare la minerale eleganza e la complessità aromatica delle splendide uve chardonnay provenienti dai 18 ettari delle locali proprietà aziendali grazie al perseguimento di standard qualitativi sempre più ambiziosi che coniugano innovazione e sostenibilità.

I più immediati Mâcon-Solutré e Mâcon-Fuissé piacciono per lo scatto vibrante e le cremose note floreali, mentre il Saint-Véran coniuga polpa di frutta e sentori ammandorlati sopra un tessuto fresco e rotondo.  La batteria dei sette Pouilly-Fuissé è di livello sopraffino e mantiene sulle etichette la memorabile classificazione dei crus più vocati nelle categorie superiori “Tête de Cru” (di alto rango) e “Hors classe” (fuoriclasse), ideata il secolo scorso proprio da Madame Ferret. Da assemblaggio di uve provenienti da piccole parcelle tra cui la vecchia vigna Les Vernays, il Pouilly-Fuissé base bilancia esemplarmente freschezza e rotondità grazie a una piacevole tensione minerale, mentre la croccante cuvée “Autour de la Roche” è pennellata da tocchi salini che pervadono il rigoglioso bouquet di fiori di campo, pesca, mela verde e mandarino.

Il Pouilly-Fuissé Tête de Cru “Clos de Jeanne” – 1er Cru Les Perrières, asciutto e concentrato nei suoi eleganti e complessi sentori di pompelmo e caramella mou, omaggia nel nome la grande matriarca e la sua intuizione sulle grandi potenzialità anche dei suoli composti da argille residuali. Gli altri due Pouilly-Fuissé Tête de Cru della batteria, l’opulento “Clos des Pruges” e il cremoso “Les Perrières” – 1er Cru Les Perrières, sono connotati da avvolgenti profumi di caprifoglio e spezie a cui fanno eco sentori fruttati di pesca bianca e arancia candita. Il Pouilly-Fuissé Hors Classe “Les Ménétrières” – 1er Cru Les Ménétrières si rivela l’etichetta più verticale della batteria e ammalia per la trama rotonda e minerale intarsiata da ricordi di fiori secchi, litchi, mela cotogna, ostrica e avena.

I due storici appezzamenti che da Fuissé digradano verso Pouilly sublimano infine le più pure caratteristiche dello chardonnay in un autentico capolavoro: preciso e potente, il Pouilly-Fuissé Hors Classe “Tournant de Pouilly” – 1er Cru Les Reisses travolge il naso con un effluvio di tiglio, limone candito, mandorla e selce bagnata, per poi deliziare il palato con calde note di pera e pane appena sfornato.

N.B.: le etichette Pouilly-Fuissé recensite riportano già il nuovo nome con la relativa dizione 1er Cru in vigore dalla vendemmia 2020.


L’enoteca didattica

Les Vignerons de Mancey – Tournus

LES VIGNERONS DE MANCEY

Questa storica associazione di viticoltori del Mâconnais settentrionale ha inaugurato dieci anni fa una moderna e innovativa struttura di accoglienza che promuove non solo i vini di propria produzione ma l’intero territorio attraverso una sorta di viaggio iniziatico e culturale intorno a tutti gli aspetti dell’enologia regionale. L’architettura di stampo romanico dell’edificio evoca la chiesa abbaziale di San Filiberto a Tournus in omaggio ai monaci che nel medioevo diedero impulso alla locale viticoltura, mentre lo spazio espositivo è arioso e suggestivamente illuminato.

Il percorso didattico, consigliatissimo a cultori e neofiti, ma progettato anche per scolaresche e famiglie, si snoda tra coinvolgenti e interattive installazioni di plastici geografici, cartelloni descrittivi, strumenti per analisi cromatiche e olfattive, comparazioni geologiche e quiz tematici. Un’ampia sala di proiezione consente inoltre di ospitare lezioni ed eventi.

Lo spazio commerciale è a sua volta ben organizzato intorno a due attrezzati banchi di degustazione: oltre ai numerosi vini della cooperativa che si distinguono per il favorevole rapporto qualità/prezzo, sono esposte anche le etichette (commercializzate a prezzo di cantina) di quindici ‘vignerons’ rappresentativi dell’intera Borgogna, per un totale di 85 denominazioni che spaziano dal Mâconnais alla Côte d’Or, dalla Côte Chalonnaise a Chablis.

Photo credits: Roberto Sironi

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