Non autorizzo facebook…alle fake news sul vino

Imbarazzante. Non c’è altro aggettivo per descrivere il messaggio per impedire a Facebook di utilizzare le proprie foto che, per l’ennesima volta negli ultimi anni, rimbalza sulle varie bacheche del social network ideato da Mark Zuckerberg. Da chi ci crede a chi condivide a manetta passando per chi “non si sa mai, meglio che lo posti”, questo testo è diventato un tormentone, oltre che motivo di presa in giro per chi lo pubblica.

Riflettendoci un attimo, non accade lo stesso anche nel mondo del vino? Quante bufale periodicamente tornano alla ribalta? Quanti luoghi comuni diventano per molti verità scritta nella pietra?

Partiamo dal re di tutti gli abbinamenti vietati con editto bacchico: mai abbinare il vino rosso al pesce. Per citare l’indimenticabile Adolfo Celi in Febbre da Cavallo, potremmo dire che qui si sono passati i limiti, si sono dette delle cose oltraggiose per gli abbinamenti enogastronomici. Niente impedisce di abbinare pietanze di mare a un buon rosso, purché il piatto e il vino abbiano determinate caratteristiche. Pensiamo ad esempio a un caciucco o ad alcune ricette a base di tonno. Rimanendo in termini di abbinamento, sbaglia anche chi pensa che con la pizza vada bevuta esclusivamente la birra e non il vino. Provare per credere.

C’è poi la questione di alcuni vini che secondo chi “la sa lunga” sarebbero realizzati con uve provenienti da regioni diverse da quelle di produzione o con altri vitigni rispetto a quelli indicati dai  vari disciplinari. Forse non tutti sanno che…i vini DOC e DOCG, per fare un esempio, sono sottoposti a un piano di controlli e di verifiche di tutte le fasi della filiera da organismi accreditati dal ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Se qualcuno avesse informazioni diverse, ci sono sempre le autorità a cui rivolgersi.

Qualche estate fa, durante un evento oscarwine, alcune signore mi chiesero di bere solo vini bianchi perché “ubriacano meno di quelli rossi”. Se beviamo un vino bianco fresco e uno rosso a temperatura ambiente con la stessa gradazione alcolica, la quantità di alcol assunta sarà ovviamente la stessa, nonostante il primo prodotto, vista la temperatura di servizio, possa risultare più piacevole e beverino. La mia risposta fu che, nei mesi caldi, il vino rosso è come un marito fedele e il bianco è come uno fedifrago: quando bevi il primo percepisci subito la sua forza, mentre nel secondo caso, la bassa temperatura nasconde alcune caratteristiche (e insidie) che si faranno sentire solo a fatto compiuto. In ogni caso, nessuno vieta di abbassare leggermente la temperatura di un vino rosso d’estate e di gustarlo: tranquilli, non è vietato né peccato.

Veniamo alla questione del tappo. Per molti, il sughero è sinonimo di maggiore qualità, un’affermazione frettolosa dettata dalla poca conoscenza della materia. È ovvio che parliamo di un simbolo della tradizione, ma i tappi sintetici hanno delle caratteristiche, come la termoresistenza, che ne fanno degli ottimi prodotti, con poco o nulla da invidiare alle chiusure tradizionali. Da non sottovalutare, poi, il tappo a vite che anche in regioni di grande tradizione vitivinicola, sono usati ormai da anni per i vini giovani; potranno non piacere ai puristi ma non si può affermare che non si debbano utilizzare.

Sui social preoccupiamoci di fare corretta informazione anche sul vino, evitando di condividere fake news, suggerimenti azzardati o informazioni sbagliate che potrebbero creare nocumento in primis ai produttori, e alla filiera in generale. Scritto questo, avete la mia autorizzazione a condividere il pezzo. Da parte mia, avvicinandosi il Natale, non autorizzo Facebook agli “anche a te e famiglia.”

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