Carnevale, i vini per frappe e castagnole

Bugie, cioffe, fiocchetti, chiacchiere, intrigoni, rosoni, manzole, garrullitas, lattughe… Ci sono almeno cinquanta modi di chiamare le frappe, ma la ricetta del tipico dolce a strisce fritto di carnevale è una in tutto lo stivale: farina, burro, zucchero, uova e una parte alcolica che varia a seconda della regione o dei gusti personali.

Le frappe altro non sono che un’evoluzione delle antiche “frictilia”, dolci fritti nel grasso del maiale, preparati nell’antica Roma in occasione dei Saturnalia: un’usanza sopravvissuta fino ai giorni nostri (come dar torto agli italiani una volta tanto?). Un abbinamento? Un Moscato d’Asti DOCG, caratterizzato da sentori di frutta gialla matura, i giusti alcol e acidità, è l’ideale per non sovrastare e accompagnarsi al sapore delle frappe.

Veniamo adesso a un altro dolce caratteristico di questo periodo: le castagnole. Come per le frappe, le varianti di questo dolce sono tantissime: ripieno di crema e pera, al rum, alle fragole, al cioccolato. La ricetta, praticamente identica a quella delle frappe, ha tra le varianti l’uso del lievito e della scorza di limone grattugiata per aromatizzare le golose minibombe. Attualmente, le due versioni più gettonate sembrano essere quella alle fragole e alla crema. Nel primo caso, suggeriamo un Brachetto d’Acqui, nel secondo, viste le origini campane del dolce – probabilmente arrivato dalla Grecia in tempi remoti – un’idea potrebbe essere la scelta di un vino dolce campano, magari un Pallagrello, per rimanere sul territorio.

Cosa resta da dire? Buon martedì grasso!

 

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